20 Marzo 2015, 14:41
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PALERMO – La raccolta differenziata di Palermo e di un’altra dozzina di Comuni del Palermitano sotto i riflettori della magistratura contabile. La Procura della Corte dei conti ha aperto un’inchiesta sul mega-flop della differenziata dei rifiuti nel capoluogo isolano e in altri 12 Comuni limitrofi, dove i numeri dell’operazione sono nettamente al di sotto dei livelli minimi stabiliti per legge. Lo annuncia una nota del Movimento 5 Stelle che scrive che l’indagine parte da alcuni esposti presentati da attivisti e deputati del Movimento.
In particolare, secondo dati Istat, a Palermo la differenziata si sarebbe attestata in un range che oscilla dal 6,2 per cento del 2003 al 10,2 per cento del 2012, molto al di sotto dagli obiettivi stabiliti dalla normativa vigente in materia di riciclo dei rifiuti solidi urbani, scrivono i girllini. La raccolta fissata per legge prevedeva, infatti, per ogni ambito territoriale ottimale percentuali che partivano dal 35 per cento per gli anni dal 2003 al 2006, fino al 65 per cento del 2012.
I Comuni per i quali sono partite le segnalazioni del M5S ai magistrati contabili oltre a Palermo sono Balestrate, Borgetto, Capaci, Carini, Cinisi, Giardinello, Isola delle Femmine, Montelepre, Partinico, Terrasini, Torretta e Trappeto. ”Apprendo con soddisfazione – dice la deputata palermitana M5S alla Camera, componente della commissione Ambiente di Montecitorio, Claudia Mannino – dell’indagine. Come prima firmataria delle denunce depositate presso la magistratura contabile spero che a pagare siano quei sindaci che non hanno rispettato la legge, giacché esiste un danno erariale molto evidente, dovuto ai maggiori costi sostenuti per il conferimento in discarica di materiale che avrebbe dovuto essere oggetto di riciclo. Faccio riferimento alle spese sostenute in particolare a titolo di tariffa smaltimento rifiuti e all’addizionale del 20 per cento al tributo speciale”.
“L’inchiesta – continua la Mannino – è un fatto veramente importante, alla luce di quello che in materia di rifiuti avviene in Sicilia, dove oggi il dibattito si limita ad uno scontro miope ed affaristico tra chi vuole le maxi discariche a proprietà pubblica e chi le vuole a proprietà privata, prescindendo completamente da quelli che sono gli obblighi di legge in materia di raccolta differenziata. Su questo punto la Corte dei Conti, a mio avviso, partendo proprio dalle denunce del Movimento 5 Stelle, può dare un contributo importante e forse risolutivo”..
Il flop della differenziata, secondo i deputati M5S, si inquadra in una logica dominata dalla totale assenza di volontà e capacità di gestire la preziosa risorsa che potrebbero e dovrebbero essere i rifiuti. “Ci si pone il problema – dice la Mannino – solo alla fine del processo. Manca completante una programmazione seria. Prova ne sia che siamo al terzo piano rifiuti e mai nessuno di questi è entrato in funzione”.
“Era ora che – commenta il presidente Cinquestelle della commissione Ambiente dell’Ars, Giampiero Trizzino – che la magistratura contabile procedesse ad una seria ricognizione sulla gestione dei fondi a favore dei servizio integrato dei rifiuti del Comune di Palermo. Che sia stata una iniziativa del M5S ad avviare questo percorso giudiziario, la dice lunga sulla classe politica che fino ad oggi ha dominato il sistema. Mi auguro che le indagini mettano in luce tanto le responsabilità, quanto gli errori commessi, al fine di correggerli e restituire dignità alla città. E’ inaccettabile che i cittadini di Palermo debbano pagare ingenti somme per un servizio che, di fatto, non esiste. La scusa che il palermitano è incivile non regge: il Comune, negli anni, ha giovato di personale e denaro a iosa. Adesso si chiarisca come è stato utilizzato”.
LA NOTA DEL COMUNE DI PALERMO
In relazione alle notizie di stampa circa una indagine aperta dalla Procura della Corte dei Conti sul servizio della raccolta differenziata dei rifiuti a Palermo, l’Amministrazione comunale informa che, il Segretario Generale, ha già risposto ai rilievi della Corte dei Conti con nota dell’11 marzo scorso. Sono stati forniti dei riscontri alla richiesta della procura della Corte dei Conti sull’indagine riguardante l’eventuale danno erariale come conseguente al mancato raggiungimento degli obiettivi previsti dalla legge in materia di raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani. Si ricorda che, attualmente, a Palermo viene svolto il servizio di raccolta differenziata, porta a porta, per circa 130 mila abitanti. Inoltre si precisa che, a dicembre del 2013, è stato siglato il protocollo intesa con la Regione Sicilia, relativamente all’obiettivo di incrementare la percentuale, per quanto riguarda la raccolta differenziata porta a porta, per altri 130 mila abitanti. Tale obiettivo dovrà essere realizzato, a spese della Regione, che ha già bandito le gare necessarie. E sarà avviato entro il prossimo giugno, non appena saranno concluse le operazioni di gara avviate dalla Regione stessa. L’Amministrazione comunale, pur consapevole della necessità di incrementare la percentuale di raccolta differenziata, con riferimento ai costi della stessa, sottolinea tuttavia che, da approfondite analisi realizzate da Federambiente, si evince che il costo per tonnellata della raccolta indifferenziata è, in media, pari al 50 per cento del costo per la raccolta differenziata. Si ricorda, inoltre, che la Regione non si è ancora dotata di un Piano regionale rifiuti, dal quale dovrebbero essere evidenziata tutta l’impiantistica necessaria, anche per una corretta raccolta differenziata. Inoltre, si fa presente che il Comune di Palermo è proprietario di uno dei tre soli impianti di conferimento dei rifiuti di proprietà pubblica, mentre tutti gli altri, come è noto, sono di proprietà privata.
LA NOTA DI IDV
“I ritardi della raccolta differenziata sono incredibili e indifendibili, bene la denuncia del Movimento Cinque Stelle”. Il capogruppo di Idv al consiglio comunale di Palermo, Filippo Occhipinti, plaude all’iniziativa del Movimento che ha portato a un’indagine da parte della Corte dei Conti. “Da tempo chiediamo che a Palermo vengano istituite le isole ecologiche – dice Occhipinti – prima l’Amia e ora la Rap hanno inspiegabilmente accumulato ritardi che determinano un costo del servizio elevatissimo che svuota le tasche dei cittadini. Un servizio insufficiente e in alcuni casi peggiore di quello che Amia forniva. Con l’approvazione del contratto di servizio di Rap, pensavamo che la vicenda dei rifiuti potesse aver un epilogo diverso e ricominciare a dare una speranza a questa città: ci siamo sbagliati? Vogliamo capirlo, per questo confermiamo la nostra richiesta, già perfezionata al Presidente del Consiglio Comunale e a tutti i gruppi consiliari, di una convocazione urgentissima in aula del Sindaco e del Presidente Marino perché ci vengano a spiegare i disservizi della Rap, dando risposte ai cittadini inferociti”.
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20 Marzo 2015, 14:41