09 Marzo 2009, 09:33
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Si scalda al sole, passeggiando lungo l’agrumeto del suo buen retiro di Cefalù, in una tiepida domenica mattina d’inizio marzo. E si scaldano anche le sue parole, perché per Francesco Musotto la “politica si può fare solo con passione, buttando il cuore oltre l’ostacolo, rischiando di avere delusioni”. Sarà questo impeto che ha portato il parlamentare regionale, nato socialista, transitato per Forza Italia e approdato agli autonomisti, a contestare al sindaco di Palermo la mancata presentazione della querela contro i vertici dell’Amia indagati per falso in bilancio.
Allora onorevole, Forza Italia non ha preso bene l’invito che avete rivolto a Cammarata…
“Siamo alla follia. Il capogruppo del Pdl, Giulio Tantillo, mi accusa di giustizialismo, con una reazione sconclusionata e da ignorante. Le sue parole mi hanno fatto ridere fino lacrime. Cosa c’entra il giustizialismo con la richiesta di fare chiarezza sui conti dell’Amia? Di fronte al disastro epocale nei conti dell’ azienda municipalizzata l’Mpa sollecita semplicemente un doveroso atto di trasparenza e l’assunzione di responsabilità per le proprie azioni amministrative. Poi sta a Cammarata individuare il modo”.
Che intende dire?
“La presentazione della querela è solo una condizione di procedibilità per l’accertamento giudiziario e non una sentenza di condanna. Non si vuole arrivare a questo? Si potrebbe almeno varare una commissione d’inchiesta. Insomma, faccia come crede. Quel che serve è un gesto di apertura. Non si può restare immobili. Anzi, alzare il tiro ed i toni facendo polemica con noi. Anche perché le assicuro che perfino all’interno del Pdl ci sono crepe, volontà diverse, consiglieri comunali realmente preoccupati da questa totale indecisione. La verità è che questa classe politica è totalmente inadeguata”.
Secondo Tantillo l’Mpa dimentica di essere alleato al Pdl…
“Alleati? Forse sono loro che non si comportano da alleati. Al Comune di Palermo il sindaco ha sbattuto fuori dalla giunta i nostri due assessori e per gli organismi dirigenti delle municipalizzate non ci hanno tenuto in considerazione. L’Mpa è coalizzata al Pdl alla Regione. Ciò non toglie che ci possa essere una diallettica interna”.
E in questa dialettica si potrebbe anche pensare alle dimissioni del sindaco?
“No, è sacrosanto che Cammarata completi il suo mandato e arrivi fino alla fine. Sarebbe facile andarsene quando le cose vanno male, bisogna amministrare anche in contesti difficili”.
A proposito di contesti difficili Cammarata ha anche il problema dei precari, che sostiene di avere ereditato dalle precedenti amministrazioni…
“Lui dice così, ma tenuto conto del numero di dipendenti mi sembra che le cose stiano in modo diverso. Io, in dodici anni di presidenza della Provincia, avrei potuto costituire società satellite e fare nuovi precari. Invece ho lasciato un’amministrazione che è un gioiello, senza buchi in bilancio e senza nuovi precari”.
Totò Cuffaro ritiene che il prossimo sindaco di Palermo sarà dell’Udc…
“Beh…in questo momento Cammarata è come se fosse dell’Udc. Comunque per il prossimo sindaco non sarà facile guidare la città. Chiunque verrà non troverà un’amministrazione a posto, ci sono falle da turare, lacune da riempire. Ci vorrà qualche anno per sistemare i guasti”.
E lei si sentirebbe di affrontare questa impresa?
“Non lo so. Ci ho provato in passato. Potrei ritentare se ci fossero le condizioni. Ma oggi è prematuro parlare di tutto ciò, anche perché le evoluzioni politiche di aggregazione e disaggregazione si modificano con tale velocità. I contesti possono cambiare”.
Parla delle geometrie variabili?
“Non mi scandalizzano. Se ci sono forze che permettono di realizzare un cambiamento perché no?”
Tornare a fare il parlamentare europeo la tenta?
“Bruxelles mi manca, ma non vivo di rimpianti. E’ stata un’esperienza straordinaria che mi ha fatto maturare politicamente. Ho firmato quattro rapporti, mi sono speso perché la Sicilia restasse obiettivo uno, mi sono occupato di bilancio, sviluppo regionale, energia. Adesso metto questa esperienza a servizio del progetto di innovazione di Lombardo. Se serve, se lo ritiene opportuno, se me lo chiederà. Intanto faccio con passione il parlamentare regionale”.
A proposito, a che punto siamo con la riforma sanitaria?
“E’ una telenovela che non mi appassiona. Vorrei solo che non fosse il frutto di mediazioni che annullano la riforma. Ci vogliono segnali di cambiamento veri, tagli, risposte alle necessità dei pazienti, meritocrazia. La riforma Russo risponde a questa esigenza”.
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09 Marzo 2009, 09:33