Dimissioni Pogliese, Biriaco: "Sono state giuste" - Live Sicilia

Dimissioni Pogliese, Biriaco: “Sono state giuste” VIDEO

Elezioni anticipate, gap infrastrutturali e investimenti. Parla il presidente degli industriali etnei
L'INTERVISTA
di
5 min di lettura

CATANIA – “Ritengo che queste dimissioni siano state giuste, adesso si aprirà un’altra pagina, arriverà un commissario e poi la città si dovrà esprimere scegliendo un nuovo sindaco”. Così Antonello Biriaco, presidente di Confindustria Sicilia, commenta l’addio di Salvo Pogliese (già sospeso nel ruolo di sindaco per effetto della legge Severino) da Palazzo degli Elefanti. Nessuna preoccupazione. Anzi. Per gli industriali catanesi l’amministrazione senza guida metteva incertezza nel futuro. Invece ora si può pianificare. “Avevamo già posto l’accento sull’importanza della stabilità nel governo di una città, industriali e imprenditori del turismo – i comparti che fanno capo a Confindustria – sottolinea Biriaco – auspicano tutto questo”. 

Sappiamo tutti che questo non potrà accadere prima della prossima primavera e sappiamo tutti che, in genere, i commissari sono abbastanza immobili nel loro operato.

Ci adopereremo per incontrarlo al più presto dopo la nomina e di mettere in atto, con lui, una progettualità efficace. Ma temiamo che tutto questo rallenti la macchina burocratica posticipando le opere che erano state programmate o, peggio ancora, interferisca in qualche modo con i cantieri già avviati.

Insomma cercherete di sollecitare l’attività del commissario.

Certamente!

Da fine estate ci aspettano impegni elettorali importanti, il governo e la Regione. Qual è il futuro che si prospetta nel breve termine per Catania e le sue imprese anche alla luce dei fondi in bilico del PNRR?

“Per un imprenditore l’incertezza del futuro che deriva da questi eventi elettorali non è di poco conto, pur riconoscendo che le elezioni devono esserci come massima espressione della democrazia. Forse avremmo gradito una scadenza naturale, anche perché Draghi stava operando nel rispetto delle regole del PNRR e di tutte le prospettive del Paese. Il nostro territorio è comunque attrattivo e sono tanti gli imprenditori e le grosse aziende che stanno investendo qui”.

La condizione però delle strade della zona industriale è pessima, sia per l’asfalto sia per le piante secche a rischio incendio, stessa situazione per l’illuminazione e la videosorveglianza.

“Patiamo un’incuria da oltre 25 anni, ma fino a poco tempo fa non sapevamo neanche chi dovesse rispondere del problema X. Adesso vedo almeno dell’impegno. Dell’asfalto se ne occupa il Comune che ha iniziato dalle arterie maggiormente frequentate. La videosorveglianza ritengo non sia nelle condizioni per funzionare”.

Eppure l’uscita Z.I. Nord della tangenziale ha un asfalto orribile e non si può dire che sia poco frequentata.

“Sappiamo benissimo i tempi della nostra burocrazia e siamo anche bravi ad alimentare quella che ci deriva dal far andare avanti i progetti per un dubbio o altro. Ma bisogna anche dire che c’è un’attenzione verso la Z.I. che sta facendo progredire lo stato infrastrutturale. Dire che nulla è cambiato sarebbe inesatto”.

Non si potrebbe predisporre un cronoprogramma preciso?

“Una priorità degli interventi l’abbiamo sempre avuta e concordata con l’amministrazione comunale mettendo al primo posto sicurezza, sedime stradale, illuminazione e le condizioni dei terreni abbandonati. È una lenta ricostruzione che richiede ancora tempo. Non le nascondo che da quando c’è stato il fermo giudiziario del sindaco di Catania, indubbiamente l’interlocuzione con l’amministrazione è venuta meno”.

Si può fare una valutazione sugli investimenti fatti o da fare su questo territorio?

“Oltre quello di Zoetis possiamo citare ST, Enel ma anche altre aziende catanesi più piccole. Anche se non riguarda il nostro comparto, il nuovo stabilimento Leroy Merlin rappresenta un bel passo avanti. Quelle che ho citato sono tutte realtà che si trovano alla Z.I. e che prevedono un numero considerevole di assunzioni”.

Questi sei mesi in più del suo mandato serviranno a mettere a punto qualche obiettivo?

L’esperienza in Confindustria è stata, per me, molto importante, e la nostra territoriale è cresciuta molto in questi anni, ha la capacità di intercettare le esigenze delle aziende e siamo riusciti a creare un ottimo dialogo con le istituzioni. I nostri associati ci chiedono risposte rapide dalla Pubblica amministrazione. Questi sei mesi serviranno a fare ancora meglio a servizio dei nostri associati.

I numeri di Confindustria Catania 

Sono cento i nuovi associati alla territoriale catanese di Confindustria, dal 2021 a oggi, ma l’obiettivo che si è prefissata l’attuale governance è quello di arrivare a 120 entro febbraio 2023. I presupposti ci sono tutti e si sposano perfettamente con la proroga di sei mesi “concessa” all’attuale presidenza dallo statuto nazionale che prevede di uniformare le scadenze delle territoriali sempre negli anni dispari. E così sarà, dopo l’appuntamento con l’assemblea annuale, che si terrà il prossimo 7 ottobre, Antonello Biriaco consegnerà la sede di viale Vittorio Veneto al nuovo presidente con soddisfazione. “Godiamo di buona salute, gli stipendi vengono pagati regolarmente e siamo riusciti a invertire la rotta – sottolinea Biriaco – sia per il numero di imprese associate sia per le nuove assunzioni. Grazie alla “decontribuzione sud” abbiamo selezionato una persona, che sta già lavorando nei nostri uffici, come tirocinante e verrà assunto a tempo indeterminato da gennaio 2023. Confindustria Catania non faceva un’assunzione dal 2013”.

È cresciuto anche il numero dei dipendenti che ruotano attorno alle imprese associate. “L’anno scorso rappresentavamo – dice Giovanni Cantone, direttore di Confindustria Catania – circa 25mila dipendenti, oggi questo numero è certificato ma siamo certi che aumenterà grazie alle nuove assunzioni previste nel prossimo biennio, tra queste ce ne sono oltre 500 solo in Enel Green Power”.

Una crescita che avrà effetti e benefici non solo per chi verrà impiegato ma anche per l’indotto di tutto il territorio: “Non dimentichiamo – sottolinea Biriaco – che oltre il 23% del pil della Sicilia viene prodotto proprio dalla Zona Industriale di Catania. Tutto questo va verso l’avvio delle Zone Economiche Speciali (ZES) e un miglioramento generale delle condizioni dello stesso territorio che, sia chiaro, non considero ancora neanche lontanamente vicino alla normalità”.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI