Dimissioni Pogliese? La calda estate di Palazzo degli elefanti - Live Sicilia

Dimissioni Pogliese? La calda estate di Palazzo degli elefanti

Finché nessuno dà risposte ufficiali, le voci di corridoio sul sindaco si rincorrono.

CATANIA – Più nessuno parla ufficialmente, più le voci di corridoio aumentano. Le ultime dicono che Salvo Pogliese si dimetterà entro agosto, in tempo per una eventuale candidatura alle elezioni nazionali nel 2023. Ma ogni volta che una notizia simile è arrivata alle orecchie della stampa, è stata poi smentita dall’arrivo della scadenza senza che nulla si muovesse.

Da quando al sindaco è stata rinnovata la sospensione per effetto della legge Severino, a seguito della condanna in primo grado nel processo sulle presunte spese pazze all’Ars, le volte in cui avrebbe dovuto dimettersi per una o un’altra scadenza hanno smesso di contarsi. Dentro al Consiglio comunale i suoi fedelissimi difendono Pogliese senza posa (Santi Bosco e Luca Sangiorgio in prima linea), mentre dal lato sinistro dell’aula consiliare gli attacchi si moltiplicano.

“Non voglio più che si dimetta: io spero che arrivi a naturale scadenza“, sorrideva l’autonomista Salvo Di Salvo durante l’ultima seduta del senato cittadino, quella della mancata approvazione dell’aumento della Tari. “Perché saranno poi i catanesi a mandarlo a casa”, concludeva il consigliere. E Giuseppe Gelsomino, alfiere di Prima l’Italia, belligerante opposizione locale (e regionale), aggiungeva: “Do la mia parola d’onore: se il sindaco Salvo Pogliese dirà alla città cosa ha intenzione di fare, se dimettersi o non dimettersi e quando, smetterò di chiedergli di andare a casa”.

L’unica cosa certa, a detta delle persone a lui più vicine, sono le dimissioni prima dell’inizio del processo d’Appello, fissato inizialmente per l’inizio di giugno e poi rinviato a ottobre. “Il rinvio non è stato per lui una bella notizia – sostiene un suo uomo di fiducia – Avrebbe preferito cominciare a giugno e, magari, visto che è il secondo grado, riuscire a chiudere il processo e a provare la sua innocenza entro il 2022“. Cioè: senza il rinvio, il sindaco si sarebbe dimesso all’inizio del mese scorso e poi, se fosse stato assolto, avrebbe potuto lanciarsi verso Roma da vittima di una legge (la Severino) evidentemente ingiusta.

Col rinvio, invece, le cose si sono complicate. E le scadenze di queste dimissioni annunciate hanno ricominciato ad accavallarsi: prima si risolve la questione del Calcio Catania e dell’iscrizione al campionato, si diceva, poi se ne va. I rossazzurri hanno tirato un sospiro di sollievo, ma le dimissioni non sono arrivate. Allora si è detto che avrebbe aspettato la fine di giugno, per incassare l’approvazione del bilancio preventivo 2022 e lasciare almeno una traccia di lavoro già avviata per il commissario. Ma l’approvazione del bilancio potrà attendere fino alla fine di luglio, grazie a una proroga ministeriale. Ora questa nuova scadenza: la fine di agosto. Non solo per candidarsi lui stesso alle nazionali, ma anche per potere affrontare le elezioni regionali dell’autunno, da uomo di Fratelli d’Italia, senza il peso di una fascia tricolore sempre più soffocante. L’estate di Palazzo degli elefanti sarà, almeno nelle stanze dei bottoni, piuttosto calda.

Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI