Politica

Il caso dei ‘comandati’ sbarca all’Ars, e la Regione prende tempo

di

10 Gennaio 2025, 10:56

2 min di lettura

PALERMO – Il caso dell’immissione in ruolo di 49 dipendenti in ‘comando’ alla Regione Siciliana sbarca all’Ars. I sindacati regionali del pubblico impiego, contrari all’attuazione della corsia preferenziale per inserire i 49, lunedì saranno ascoltati dalla commissione Affari istituzionali di Palazzo dei Normanni. Il fronte sindacale è compatto. Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Cobas-Codir, Dirsi, Sadirs, Siad-Csa e Ugl hanno chiesto e ottenuto la convocazione da parte dell’organismo parlamentare presieduto da Ignazio Abbate. Gli uffici interessati dal provvedimento, intanto, avviano una riflessione sulla vicenda.

I ‘comandati’ alla Regione

La lettera con la quale i sindacati hanno chiesto di essere incontrati ricalca la dura nota diffusa giovedì pomeriggio quando LiveSicilia ha reso noto il contenuto della lettera con la quale i due assessorati, il 31 dicembre, hanno chiesto alla presidenza della Regione e all’assessorato alla Funzione pubblica l’immissione in ruolo dei dipendenti già assunti in altri enti pubblici e ‘prestati’ dietro regolari contratti agli uffici regionali.

Sindacati sul piede di guerra

Il provvedimento interessa dirigenti, funzionari e istruttori: tra le persone che dovrebbero beneficiarne, però, ci sono anche dipendenti con relazioni di parentela con alti dirigenti regionali e con esponenti della politica. “Non è così che si salvaguarda l’efficacia e l’efficienza dell’amministrazione regionale”, dicono i sindacati.

Articoli Correlati

“Nulla togliendo all’attività che fino ad oggi questo personale ha espletato, riteniamo che questo sia un fatto gravissimo che ci lascia totalmente stupiti per le modalità e gli intenti con cui si sta cercando di risolvere problemi gravi e storici che richiedono soluzioni caratterizzate dalla massima trasparenza”, proseguono.

I rappresentanti dei lavoratori puntano a “potenziare e valorizzare” le risorse interne, “siano esse del comparto che della dirigenza”. I restanti posti disponibili, nelle tesi sindacali, dovranno essere messi a concorso “affinché ci sia qualche speranza per i giovani della nostra terra che si trovano in giro per il mondo in cerca di lavoro”.

La Regione prende tempo

Dagli uffici interessati dal provvedimento, intanto, trapela cautela anche in virtù della levata di scudi e del clamore mediatico suscitato dalla lettera. Secondo quanto si apprende, è in corso “una riflessione” rispetto al percorso di immissione in ruolo individuato in fretta e furia il 31 dicembre. Al momento il destino dei 49 ‘aspiranti’ dipendenti regionali resta incerto.

Pubblicato il

10 Gennaio 2025, 10:56

Condividi sui social