Crocetta: “Ripristiniamo l’Alta Corte” | Bianchi: “Non torniamo indietro”

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24 Gennaio 2014, 12:40

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PALERMO –

FINE DELLA DIRETTA
18.11
Approvato l’ordine del giorno con il quale il parlamento autorizza il governo a pubblicare il Bilancio della Regione e la Finanziaria senza le parti impugnate. L’aula è stata aggiornata al 6 febbraio.

18.05 Parla Luca Bianchi: “Per me è stata una giornata difficile, porto su di me la responsabilità di una bocciatura fragorosa. Ma non è una giornata positiva per nessuno, né per l’Ars né per molti lavoratori, che in queste ore sono assaliti da una fortissima preoccupazione riguardo le loro prospettive. L’impugnativa ci deve far riflettere, perché questa decisione mette in dubbio l’agibilità politica di questo parlamento. Non perché c’è un complotto, ma perché pone in discussione la possibilità di questa assemblea di fare iniziative sociali fino anche a rifinanziare spese tradizionali pur contenute rispetto agli scorsi anni. Non possiamo permettere che le operazioni di risanamento vadano a danno delle fasce sociali più deboli. Non torniamo indietro su questo. Ma da questa situazione di stallo dobbiamo uscire insieme. Adesso intendiamo coinvolgere Ars e governo nazionale. Come facciamo ad uscirne? Non possiamo permettere che l’intera somma venga eliminata dal bilancio regionale. Con le risorse date garantiremo almeno la copertura degli stipendi”.

17.54 Il presidente Crocetta, parlando con i cronisti: “Se si vuole mantenere la figura del commissario dello Stato bisogna anche ricorrere a tutti gli altri strumenti istituzionali previsti: bisogna ripristinare l’alta Corte, alla quale potremmo ricorrere e risolvere i conflitti. Il commissario dello Stato ormai ha un potere legislativo, e la prova è che tutte le spese ammesse negli scorsi anni sono state bloccate quest’anno. Adesso o licenziamo i lavoratori o tentiamo una manovra di solidarietà che riequilibri i 50 milioni lasciati dal commissario dello Stato, ma risolveranno il problema temporaneamente, c’è una situazione drammatica”.

17.50 Sammartino (Articolo 4): “La Regione siciliana è diversa dalle altre regioni, dobbiamo andare a Roma con l’umiltà di dire che vogliamo riscattarci e portare la nostra Isola lontana dal baratro. Mi rivolgo a tutte le minoranze: lavoriamo insieme”.

17.41 Malafarina (Megafono): “Vorrei capire perché, quando si impugna la norma riguardante l’impiego dei forestali per l’espletamento di servizi al momento esternalizzati. E mi chiedo come mai sia stata tagliata la norma che prevede la possibilità di erogare i farmaci in confezioni monodose. Mi rifiuto di credere che ci fossero, in quella manovra, così tante violazioni della Costituzione da determinare un massacro della manovra. C’è da chiedersi il perché di questa impugnativa”.

17.35 Greco (Partito dei siciliani): “Il bilancio è giunto in Aula con venti giorni di ritardo. Quando tagliano tanti articoli, un assessore non si sarebbe dovuto presentare in Aula. Se fosse stato un politico, non lo avrebbe fatto. Mi aspettavo dal presidente Crocetta un discorso più umile. L’ammissione di un errore condiviso col suo assessore all’Economia. Io ho condiviso gli atti di Lombardo? Alcuni li ho condivisi, altri no. Lei, presidente Crocetta, non c’era. Quindi non può dirlo”.

17.26 Formica (Lista Musumeci): “Noi avevamo proposto al presidente Crocetta di presentare una Finanziaria che comprendesse solo le parti fondamentali: le entrate, i precari, i Comuni. Noi non siamo stati ascoltati. La nostra proposta avrebbe evitato una impugnativa ampiamente annunciata. Una censura del Commissario dello Stato c’è sempre stata: ma si trattava quasi sempre di emendamenti che rappresentavano una sorta di assalto alla diligenza. Il tentativo di deputati di ottenere vantaggi per il proprio territorio o per alcune categorie. Stavolta è accaduta una cosa diversa: è stato bocciato l’intero impianto. Questo presidente della Regione, ricordiamolo, è stato eletto con una percentuale bassissima”.

17.10 Si conclude il discorso del governatore. Prende la parola il deputato Pdl Marco Falcone: “Il presidente attacca il Commissario dello Stato, che è un organo costituzionale e istituzionale invece di fari qualche domanda sul proprio operato. Doveva essere la Finanziaria della rivoluzione ed è quella della risurrezione della Tabella H. Io credo dovremmo ringraziare il Commissario dello Stato che non ha toccato il bilancio della Regione, che ha delle entrate alterate. Crocetta si lamenta per il taglio ai Fondi per i ciechi? E allora perché li ha inseriti in Tabella H, invece di rivolgersi alla legge 16, alle procedure di evidenza pubblica?”.

16.58 Crocetta: “Qualcuno andava spesso dal Commissario dello Stato a suggerire le illegittimità di certe norme per attaccare la Sicilia. Noi abbiamo fatto risparmi maggiori rispetto a quanto ci veniva chiesto. E io sono stato accusato di avere qualche blindata, come Cuffaro e Lombardo. Se volete, vado a piedi. Chiedo perdono al popolo siciliano se io non posso prendere un treno, e il mio sogno è proprio quello: di viaggiare su un treno e innamorarmi di un viaggiatore a caso”.

16.52 Crocetta: “Quello che ho visto e sentito in questi giorni è vero sciacallismo. Voglio citare Renzi: nemmeno Goldrake può azzerare il passato. Lavoriamo tutti insieme. Mettiamo da parte le polemiche. Io non ho mai fatto polemiche, nemmeno in occasione dell’ultima inchiesta sull’Ars: io sono affranto”.

16.41 Crocetta: “Hanno tagliato i fondi per la musica, per l’Arpa, per i minori. Vogliono che non si studi più musica, che non facciamo più controllo ambientale, che mandiamo i minori nelle fogne come in Romania o nelle favelas come in Brasile. Sono stati tagliati i fondi per le Ipab, per i talassemici. Bene, chiudiamo tutto. Vorrà dire che ci penserà lo Stato. Ha tagliato i fondi per i consorzi di bonifica: vorrà dire che per l’acqua ci rivolgeremo a Sant’Alfio o a Santa Rosalia. Non si è intervenuto sugli sprechi: ma è stato smantellato lo stato sociale”.

16.30 Prende la parola il presidente Crocetta e ribadisce i concetti espressi pochi minuti prima in conferenza stampa. (POTETE LEGGERE L’INTERVENTO INTERO PIU’ IN BASSO, ALL’INTERNO DI QUESTO ARTICOLO). “Abbiamo fatto un’operazione trasparenza in questi due anni, ma non è stata premiata. Sulle partecipate: chi ha fatto le assunzioni nelle società dopo il 2009? Ancora studiamo: il malato è in prognosi riservata. E lo abbiamo trovato in rianimazione. Se non siamo capaci, rinunciamo a governare”.

16.18 Milazzo (Nuovo centrodestra): “Assessore Bianchi, non so da dove cominciare”. A questo punto Milazzo cita un passo del Vangelo. “Assessore Bianchi, lei è stato chiamato qui perché era bravo, ma io ho il dovere di dirle che lei non è stato tanto bravo. O forse è stato bravissimo, visto che non si sono mai visti tanti articoli impugnati. I vostri cavali di battaglia sono stati tutti impugnati. Lei, Bianchi è pagato per fare questo lavoro. E ha sbagliato. A chi daremo spiegazione del fatto che c’erano i tecnici, quelli bravi. E che sono stati pagati per fare questo lavoro”.

16.11 Panepinto (Pd): “Oggi è un giorno molto difficile per la Sicilia. Adesso bisogna adottare provvedimenti immediati e reali che salvaguardino le famiglie siciliane. Da sostenitore di questo governo, dico: se non ci sono questi provvedimenti, dopo aver delegittimato anche le organizzazioni sindacali, non basterà nessuna fantasia per immaginare sotto le porte di questo palazzo o delle nostre case. C’è in gioco il diritto alla sopravvivenza”.

16.08 Ancora Cordaro: “Non permetteremo più che vere e proprie norme di settore vengano portate in Aula senza l’esame delle commissioni, e attraverso riscritture di riscritture, poi puntualmente bocciate dal Commissario dello Stato. Non è più il tempo delle vetrine e dei talk show. E’ il tempo del sudore e dello studio, più accurato e competente”.

16.04 Cordaro (Pid): “La presenza del presidente Crocetta oggi è opportuna per un verso, ma che potrebbe rivelarsi confortante, alla fine del ragionamento che dobbiamo fare in vista delle prossime settimane. E’ inutile dire che siamo stati buoni profeti. L’impugnativa dei 33 articoli è un disastro senza precedenti. Non solo un disastro solo del governo o solo del parlamento, ma un disastro per la Sicilia. Molti dei dubbi sollevati dal Commissario dello Stato erano già stati sollevati nel giudizio di parifica della Corte dei conti. Lo avevamo fatto notare, e purtroppo non siamo stati smentiti. Ci troviamo in un momento delicatissimo. Il parlamento è sottoposto a un’inchiesta giudiziaria, e il governo è stato colpito nella norma più importante. Siamo nel bel mezzo di una crisi istituzionale. Ma oggi serve un bagno di umiltà. Per tutti noi, anche per lei presidente Crocetta”.

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15.58 Presentato l’Ordine del giorno che impegna il governo a promulgare la legge Finanziaria senza le parti impugnate.

15.50 E’ ripresa la seduta a Sala d’Ercole.

15.40 Arriva a Palazzo dei Normanni il presidente della Regione Crocetta. Accompagnato dall’assessore Bianchi, le sue parole sono di fuoco: “Come si esce da questo labirinto? – si chiede innanzitutto – Come accade per le altre Regioni: non dovendo rispondere a un Commissario dello Stato. In questi anni, il Commissario dello Stato non ha tutelato la Sicilia. Perché se il personale della Spatafora va alla Resais, o il personale in bilico veniva trasferito alla Regione, vuol dire che in passato si è chiuso un occhio”.

Secondo il governatore, insomma, l’intervento di Aronica è stato più duro che in passato: “Fino al 2012 – dice il governatore – era tutto costituzionale: si è assunto personale nelle partecipate, allargate le maglie del precariato assumendo nuovi precari. Si consentiva in passato una tabella H che era di 50 milioni e adesso è zero. A proposito, – puntualizza Crocetta – la prima impugnativa della Tabella H risale al 2013. Com’è possibile che prima fosse tutto costituzionalmente corretto e oggi, invece, sia tutto anticostituzionale? Si vuole fare pagare – si domanda ancora il presidente della Regione – a questo governo il prezzo del passato? Si vuole chiedere a noi di colmare i buchi creati in passato dagli altri? Con questa impugnativa non si garantiscono i diritti fondamentali. La Sicilia viene condannata a morte”.

Non manca una stoccata alle opposizioni: “Mi sorprendono le critiche dell’opposizione. Mi sarei aspettato, semmai, – prosegue Crocetta – un’autocritica nei confronti dei governi del passato. Ma a questo punto lo dicano: sono d’accordo sul fatto che il Commissario ha tagliato i fondi per i Teatri? O vogliono che aumentiamo le tasse per pagare i debiti del passato? La norma che riguarda le coppie di fatto, ad esempio, non incide sulla Finanziaria, e quel diritto è sancito dalle direttive europee”.

Ma l’impugnativa di Aronica, secondo Crocetta, ha creato un solco, a suo modo storico: “S’è compiuta una rottura del patto sociale tra Regione e Stato, che risale al 1946. Se fosse successo al Nord, Bossi avrebbe fatto la secessione. La classe politica siciliana, invece, si muove in una logica tremenda. C’è una corresponsabilità del Commissario dello Stato. Perché oggi è più duro che in passato? Credo sia un modo per lavarsi la coscienza, rispetto agli errori del passato, anche del proprio passato. Se oggi sono a rischio quarantamila stipendi, di chi è la colpa? Io – continua Crocetta – consegnerò tutto allo Stato: non vogliamo più gestire i parchi, le soprintendenze, la Forestale e i geni civili. L’incostituzionalità non è un concetto elastico. Perché se certi interventi sono incostituzionali oggi, dovevano esserlo anche in passato. A questo punto dovrò recuperare i contributi dati in modo illegittimo dai passati governi. Se ho avuto colloqui col Commissario durante i lavori sulla Finanziaria? Certamente. Lui aveva sollevato solo il problema delle entrate, e sulle coppie di fatto ha detto che ‘non gradiva’. Adesso? Stiamo lavorando – conclude Crocetta – col governo nazionale per trovare una soluzione”.

Aggiornamento 14.47 Il presidente della Regione Rosario Crocetta sta raggiungendo Palazzo dei Normanni e sarà presente alla seduta dell’Ars. Sulla possibilità di andare a uno scontro col Commissario dello Stato attraverso un ricorso alla Corte costituzionale, però, il governatore è “tiepido”: “Abbiamo la necessità – ha detto Crocetta raggiunto telefonicamente da Livesicilia – di promulgare la legge senza le parti impugnate, per evitare che la Sicilia si fermi. Ma più passano le ore più considero incomprensibile, in diversi punti, l’intervento del Commissario dello Stato”.

A rischio sono in tanti. L’impugnativa del Commissario dello Stato, infatti, ha “polverizzato” le somme previste per il pagamento degli stipendi di tanti, tantissimi lavoratori. Saltano i 180 milioni per i Forestali, ma anche i soldi per gli ex dipendenti della Fiera del Mediterraneo passati in Resais, dei dipendenti del Ciapi, dell’Esa, dell’Eas, dei consorzi di bonifica, del Cerisdi. Cancellate anche la somme per Teatri, enti cattolici, associazioni che rappresentano i disabili. Dei 262 milioni previsti nel cosiddetto “Allegato 1”, che finanzia 118 voci di spesa, tra cui appunto quelle destinate al personale, infatti ne restano appena una cinquantina. Quanti sono in tutto i siciliani travolti dalla bocciatura? Si parla di 30-40 mila lavoratori  che rischiano di rimanere senza stipendio. “Stiamo facendo i conti – dice l’assessore all’Economia, Luca Bianchi –  non sappiamo ancora con esattezza quante sono le persone coinvolte, la situazione è complessa”.

Per questo, adesso il governo sta cercando un’altra soluzione. Attualmente, infatti, le somme che corrispondono agli articoli impugnati andrebbero automaticamente a rimpinguare il Fondo per i residui attivi – crediti difficilmente esigibili dalla Regione. Deputati ed esecutivo starebbero verificando attraverso colloqui col Commissario dello Stato, se sia possibile destinare al fondo una cifra intorno ai 100 milioni. Destinando il resto, così, al finanziamento di enti e associazioni lasciati “a secco”. O quasi. Le somme in bilancio, infatti, consentirebbero di andare avanti per un mese, forse due. Ma senza una manovra o una soluzione tecnica in grado di recuperare quelle somme, tra poche settimane i rubinetti si chiuderebbero inevitabilmente.

Impugnativa-choc: il day-after a Palazzo dei Normanni

Servirà un’altra Finanziaria. Una manovra che dovrà ridistribuire i fondi liberati dalla pesante impugnativa del Commissario dello Stato. Un intervento durissimo, quello di Aronica, che costringerà Sala d’Ercole a chiedere la promulgazione della legge di stabilità senza le parti cassate.

Ma di quella Finanziaria resta poco. A dire il vero, il “cuore” della legge ancora batte. E solo per questo la Regione, in questo caso, non è “saltata in aria”. Non sono stati sfiorati, infatti, gli articoli centrali. I pilastri della manovra. Si tratta dell’articolo 4, sulle entrate, dell’articolo 6 sui finanziamenti ai Comuni e dell’articolo 32 sulle proroghe dei precari. Ma tutto il resto è esploso sotto i colpi del Commissario. E adesso bisognerà capire cosa fare. “Sono rimasti in piedi – ha spiegato l’ex presidente della Commissione bilancio Riccardo Savona – gli articoli fondamentali. Ma il governo ha voluto appesantire la Finanziaria con norme estranee, calate all’ultimo momento in Aula. E questo comportamento ha certamente infastidito il Commissario dello Stato”.

Uno dei passi (quasi) certi è la promulgazione della norma senza le parti impugnate, come dicevamo. Il “quasi” è legato a un’indiscrezione che vedrebbe il governo intenzionato a inserire, nell’ordine del giorno, qualche variazione rispetto all’Odg “tecnico”. Ma la promulgazione che verrà decisa oggi dall’Assemblea avrà già un effetto immediato. In Gazzetta ufficiale, infatti, la legge di stabilità arriverà la prossima settimana. E fino ad allora, gli stipendi dei dipendenti regionali non potranno essere erogati. Se ne parlerà almeno nella prima settimana di febbraio. Se non più tardi.

Intanto in mattinata, l’Aula prevista per le 11 è stata rinviata alle 15, per consentire all’assessore Bianchi di incontrare il vicepresidente dell’Ars Venturino, i capigruppo Gucciardi e Di Giacinto, il presidente della commissione Bilancio Dina, oltre ai funzionari del Bilancio e dell’Assemblea. Ma anche per permettere al presidente della Regione Rosario Crocetta, assente stamattina, di raggiungere Palazzo dei Normanni.

Anche perché, come dicevamo, il governo non si sarebbe del tutto arreso all’idea di promulgare una Finanziaria mutilata. “Questa impugnativa – ha spiegato ancora l’assessore all’Economia Luca Bianchi – non ha i presupposti di costituzionalità, è un’operazione talebana che uccide il percorso di risanamento che avevamo avviato”. Il problema, però, è che ci sono delle scadenze: i precari, gli stipendi da pagare. “Entro un mese il governo – dice Bianchi – porterà in Assemblea una manovra di variazione del bilancio, con l’obiettivo di “sbloccare” i 558 milioni di euro a valere sulle norme della finanziaria cassate dal commissario dello Stato.”. Nel frattempo, però, si profila anche l’ipotesi di un ricorso alla Corte Costituzionale sull’impugnativa fatta dal commissario dello Stato. L’assessore non lo dice esplicitamente, ma su una cosa è fermo: “Smonteremo l’impugnativa riga per riga”.

Ma intanto, a pezzi, al momento, c’è solo la legge di stabilità. E su questo punto, appare quasi rassegnato il presidente della Commissione bilancio Nino Dina. “Servirà una sorta di Finanziaria alternativa, non credo ci siano altre strade percorribili. L’impugnativa dell’Allegato 1, ad esempio, costringe a utilizzare gli stanziamenti dell’anno precedente, che sono sottostimati e inadeguati. Nel frattempo bisognerà capire che fare con i circa 500 milioni che si sono liberati dopo l’impugnativa. E trovare i soldi per i Forestali”.

Ma gli effetti della censura del Commissario, oggi, sono tutti sui volti dei deputati presenti a Palazzo dei Normanni. La preoccupazione è evidente. Un tensione che si è ulteriormente alzata dopo la reazione veemente del governatore Crocetta che ha puntato l’indice contro il Commissario dello Stato. “Non so che dire – commenta Dina – si si diceva che in quei giorni i colloqui ci fossero stati. Evidentemente è stato un dialogo tra sordi”. Ma ovviamente, la sconfitta è anche del parlamento: “Certo – ammette Dina – la Finanziaria è di tutti. Del governo e del parlamento”. O forse è meglio dire: “Era di tutti”.

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24 Gennaio 2014, 12:40

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