28 Novembre 2014, 13:57
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PALERMO – Sono quasi 500 i compensi nel mirino. Ed è solo l’inizio. La Guardia di finanza si è recata all’assessorato bilancio, su delega della Procura della Corte dei conti. Le fiamme gialle hanno chiesto notizie sui cosiddetti incarichi aggiuntivi dei dirigenti. Una vicenda sollevata da LiveSicilia nei mesi scorsi.
Gli incarichi aggiuntivi sono quelli che vedono protagonisti i dirigenti regionali che ricoprono altre funzioni. Giusto per fare un esempio, si tratta degli incarichi di commissario liquidatore, componenti di consigli di amministrazione, revisori dei conti, direttori generali. Incarichi (e relativi compensi) che si aggiungono ovviamente a quelli incassati dallo stesso dirigente. Questi incarichi hanno una peculiarità: la norma prevede che la metà del compenso debba restare all’amministrazione regionale. Ed è proprio su questo che starebbero concentrandosi finanzieri e magistrati contabili: vogliono capire se tutti hanno rispettato la legge.
A dire il vero i veri protagonisti sono gli enti regionali. Sono le società partecipate, gli enti controllati a vario titolo dalla Regione o gli stessi dipartimeni regonali a dover rispettare la norma stessa. In occasione della sottoscrizione di un contratto con un dirigente, infatti, l’ente è tenuto a versare l’intera somma al Servizio bilancio della Regione. Provvederà questo a “girare” al dirigente solo la metà. In molti casi invece l’ente avrebbe pagato l’intera somma direttamente al dirigente, saltando il passaggio dal Bilancio. C’è chi si sarebbe messo tutti i soldi in tasca. I dirigenti regionali sono poco meno di 1.800. Ciascuno di loro può essere chiamato a ricoprire incarichi altrove.
L’assessorato alla Funzione pubblica, a più riprese e da mesi ormai, ha richiesto le informazioni ai diretti interessati. Ma le risposte sono arrivate a singhiozzo e spesso in maniera non soddisfacente. E, sebbene dagli uffici di via Trinacria si dicano convinti che “nella maggior parte dei casi le norme dovrebbero essere state rispettate”, il censimento è ancora in corso. A giugno, però, era stato un altro assessorato, quello dell’Economia, a segnalare il primo caso “sospetto”, come ha raccontato Livesicilia. Si tratta della vicenda che riguarda la dirigente generale Anna Rosa Corsello.
La burocrate, al momento, ricopre il ruolo di capodipartimento al Lavoro e fino a pochi mesi fa ricopriva l’incarico analogo al dipartimento Formazione. Stando al sito ufficiale della Regione siciliana, l’incarico di dirigente generale le assicura circa 170 mila euro lordi annui. A questi, però, vanno sommati i 40 mila euro lordi che derivano dal ruolo di commissario liquidatore di Multiservizi, e i 25 mila lordi per l’analogo ruolo in Biosphera. E lo stesso sito fa riferimento anche ad altri 15 mila euro lordi come retribuzione di parte variabile e retribuzione di risultato per l’incarico alla Formazione. Nella peggiore delle ipotesi, quindi, in busta paga la Corsello trovava, fino a pochi mesi fa, una somma – lorda – che oscilla tra 235 e i 250 mila euro.
“Le partecipate di cui sono commissario liquidatore, così come tutte le altre – spiegava però la dirigente qualche mese fa a Livesicilia – hanno ricevuto un invito a comunicare i versamenti eseguiti dal 2009 ad oggi in riferimento ad incarichi di gestione. Quello di commissario liquidatore non rientra fra questi. Per tutti gli altri ho appena avviato la ricognizione”.
La Corsello, dunque, ritiene di non rientrare nei casi per i quali la legge (la numero 19 del 2008, poi perfezionata da una circolare del 2009), prevede la decurtazione della metà del compenso (“Il mio soggiace alle regole del codice civile”). Una legge che riguarda, esplicitamente, i dirigenti in servizio presso l’amministrazione regionale. Quelli iscritti al registro unico della dirigenza.
Una precisazione che escluderebbe da questo calcolo i dirigenti esterni (stra questi, il Segretario generale Patrizia Monterosso cumula alla carica di vertice della burocrazia quello di vicepresidente di Irfis e di consigliere di amministrazione alla Kore di Enna). Fatto in realtà implicitamente escluso dall’assessorato alla Funzione pubblica. Il censimento, infatti, fanno sapere dagli uffici “riguarda anche i dirigenti esterni dell’amministrazione”. Così, ecco i primi numeri. Sui 1625 dirigenti “censiti” riguardo agli incarichi aggiuntivi, sono stati 1245 quelli che hanno risposto. È così emerso, al momento (e il dato è solo provvisorio) che gli incarichi aggiuntivi che prevedono un compenso sono complessivamente quasi 500. Di questi, 172 sono quelli più o meno “stabili”, mentre più di 300 riguarderebbero prestazioni di breve durata (collaudi, collaborazioni).
E non sono pochi, tra i dirigenti apicali della Regione quelli ad aver sottoscritto negli anni incarichi aggiuntivi. Solo oggi ad esempio, oltre agli incarichi di Corsello e Monterosso, ecco anche quello di Rino Giglione, attuale dirigente generale dei Beni culturali ma anche presidente del comitato di gestione della Società patrimonio immobiliare (compenso totale di 27 mila euro, ma già sul sito ufficiale si fa riferimento solo al 50%, cioè a 13.500 euro). Maria Antonietta Bullara oltre a essere dirigente generale della Famiglia è anche nel cda del Fondo quiescenza (20 mila euro di compenso), Giovanni Arnone, dirigente generale alla Infrastrutture ha un ruolo di vertice in Airgest, mentre l’attuale capo di gabinetto del presidente Crocetta, cioè Giulio Guagliano, è anche revisore dei conti alla Camera di commercio di Caltanissetta (7.200 euro il compenso) e al Consorzio universitario di Palermo (5.900 euro) oltre al recente incarico di amministratore unico della Resais: 40 mila euro di compenso lordo. Questi sono solo gli ultimi. Ma l’indagine probabilmente andrà a ritroso per verificare l’inosservanza della norma dall’entrata in vigore. Si tratta di milioni di euro. Su questi compensi è calato il setaccio di Fiamme gialle e procura contabile.
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28 Novembre 2014, 13:57