Disabilità cognitiva, l’appello:| “Non negate la maturità a mio figlio”

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16 Settembre 2014, 17:25

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CATANIA – Ha scritto lettere al presidente della Repubblica, al presidente del Consiglio e al Ministro Stefania Giannini, oggi ha deciso di impugnare la sua penna ancora una volta e ci tiene a precisare: “non lo faccio soltanto per mio figlio, ma per tutti i ragazzi con il sostegno”. A lanciare un significativo appello è il padre di Marco, chiameremo così il ragazzino che sogna una vita normale, iscritto in un istituto tecnico industriale di Catania non vede l’ora di stringere fra le mani, tra poco più di tre anni, il diploma di scuola media superiore. Una tappa importante per tutti i giovani, ma, per la Legge italiana Marco non potrà vivere quel momento.

Il perché ce lo spiega il papà: “Marco ha bisogno del sostegno con la formula differenziata a causa di problemi legati alla sua adolescenza, per l’ASL questo viene inglobato nella categoria del “deficit cognitivo” e allo stato attuale, la legislazione italiana non prevede che questi ragazzi possano sostenere gli esami di maturità”. A questi giovani, dunque, verrà rilasciato un semplice attestato di frequenza dopo i cinque anni sui libri.

Leggere il restyling dell’esame di maturità a firma del ministro Stefania Giannini volto adesso ad “avvicinare sempre più l’esame di Stato al mondo lavorativo che ci circonda, produttivo e non solo” ha incrementato ancora di più in questo padre catanese la voglia di far valere i diritti del figlio. “Il mondo del lavoro oggi è difficile per tutti – prosegue nell’appello – ma senza un diploma per questi giovani si prefigura un futuro lavorativo ancora più in salita dei loro coetanei. Mio figlio oltre ad avere un docente di sostegno a scuola, il pomeriggio è preparato da una professoressa privata, perché ci tiene ad essere come i cosiddetti “normodotati”, del resto è un ragazzo che riesce benissimo con l’utilizzo del computer e di tutti strumenti compensativi di apprendimento”.

Qual è la sua richiesta? “Sarebbe auspicabile, per questi ragazzi, che sia data loro la possibilità di sostenere gli esami di maturità magari con all’interno della commissione giudicatrice anche un insegnante di sostegno o uno o più rappresentanti dei docenti interni. La vita è già stata ed è difficile per loro, non capisco perché non debbano avere un futuro migliore e parità di diritti”.

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La nota di Giuseppe Berretta, deputato nazionale Pd, rilasciata a LiveSiciliaCatania. “Le ultime normative in materia di scuola, e in particolare la Circolare entrata in vigore nel 2013 su Bes (Bisogni educativi speciali) e Dsa (Disturbi specifici dell’apprendimento), necessitano di un approfondimento e di una revisione urgente – conferma il parlamentare nazionale del Partito Democratico – Ho avuto segnalazioni di diversi casi, come quello in questione, che evidenziano una inaccettabile disparità di trattamento tra studenti che vivono nella stessa classe, ma che si ritrovano ad avere meno opportunità. Il paradosso è che questi ragazzi con difficoltà rischiano di ritrovarsi purtroppo danneggiati proprio per un aiuto che lo Stato riconosce loro.

Mi sto già occupando di questa delicata vicenda, che necessita di una immediata attenzione da parte delle Commissioni Affari Sociali e Cultura della Camera alle quali mi rivolgerò – conclude Berretta – L’auspicio è che si possa risolvere questo paradosso al più presto”.

 

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16 Settembre 2014, 17:25

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