03 Dicembre 2013, 20:00
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CATANIA. “Le opere per la realizzazione degli impianti necessari alla gestione integrata dei rifiuti nonché le opere connesse e le infrastrutture indispensabili alla costruzione degli impianti, sono di pubblica utilità, indiferibili ed urgenti. Le predette opere possono essere ubicate anche in zone classificate agricole dai vigenti strumenti urbanistici comunali, purché distino almeno tre chilometri dal perimetro del centro abitato”. Tutto questo per dire che il TAR del Lazio (composto da Calogero Piscitello, Presidente; Angelo Gabbricci, Consigliere; Alessandro Tomassetti, Consigliere, Estensore) ha respinto il ricorso contro l’ampliamento della discarica di Tiritì di Motta Sant’Anastasia e che era stato presentato dal Comitato No Discarica. L’udienza definitiva si era celebrata lo scorso 23 ottobre mentre oggi è stata resa pubblica la decisione dei giudici. Il Comitato riteneva inaccettabile l’ampliamento da due milioni e mezzo di metri cubi della discarica.
A proposito dell’area oggetto dell’ampliamento scrive ancora il Tar del Lazio: “Le caratteristiche stratigrafiche, morfologiche, geologiche, geotecniche, idrogeologiche e macrosistemiche del territorio rendono l’area ideale per le attività di smaltimento rifiuti. Il sito individuato per la localizzazione della discarica in esame risulta ottimale, infatti, in quanto presenta più di un fattore preferenziale tra quelli sopra esposti come emerge dalle seguenti considerazioni: – l’area destinata all’impianto di discarica risulta confinante alla discarica attiva, autorizzata e di proprietà della stessa OIKOS S.p.a., per rifiuti non pericolosi di cui la presente opera costituisce un ampliamento; – la presenza della suddetta discarica, di proprietà della stessa OIKOS S.p.a., fornisce la possibilità di usufruire della viabilità d’accesso esistente, nonché dei collegamenti stradali già fruiti dai con feritori di rifiuti tuttora circolanti senza nessun ulteriore aggravio ambientale dovuto alla realizzazione ex novo di viabilità dedicata; – la connotazione naturale dell’area interessata dal progetto di discarica, come descritto all’interno dell’Analisi Ambientale della Relazione Tecnica del presente SIA, mostra terreni di natura prevalentemente argillosa che, per le loro caratteristiche in termini di permeabilità sono quelli più idonei a costituire il substrato idoneo ad un sito di discarica”.
Nelle prossime ore si saprà se i ricorrenti intenderanno appellarsi o meno all’ultimo grado di giudizio del Consiglio di Stato.
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03 Dicembre 2013, 20:00