Discrede, il delitto e le indagini | Una tragedia senza colpevoli

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05 Febbraio 2017, 07:20

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PALERMOE’ il 24 maggio 2014, una data macchiata col sangue. Daniele Discrede, commerciante palermitano, viene ucciso davanti agli occhi della figlia di otto anni in via Roccazzo per una rapina finita male. Una Citroen nera con a bordo tre malviventi lo aspetta davanti al suo negozio “New cash & carry”, ingrosso di alimentari.

Intorno alle 21.30 Daniele esce dal suo ufficio per tornare a casa con la figlia. Viene preso di sorpresa dai rapinatori: segue una colluttazione che culmina con una sparatoria. Il commerciante palermitano resta a terra, ferito, mentre coloro che l’hanno assalito si dileguano con il bottino. L’ambulanza arriva, Discrede riesce a fornire qualche informazione ai suoi soccorritori. Muore per arresto cardiaco sul mezzo in corsa verso l’ospedale Civico. Oggi, a quasi tre anni dal delitto, la Procura ha chiesto al gip di archiviare il caso.

Vito, il fratello di Daniele, insieme a tutta la famiglia, da tempo chiede di sapere la verità su quanto accaduto quella notte del 24 maggio. I familiari e gli amici di Discrede hanno manifestato davanti al Palazzo di Giustizia, hanno inviato lettere al procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, si sono già celebrati due anniversari del delitto, con un corteo in via Roccazzo. Una famiglia distrutta che non ha mai rinunciato a chiedere, con garbo, la verità. Angela, la madre di Daniele, qualche tempo fa, lanciò il suo appello: “Se qualcuno sa, ci dia qualche notizia, qualche informazione, così anche noi troveremo un po’ di pace”.

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Tra le numerose iniziative prese da Vito c’è la lettera scritta al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Si rivolge al Capo dello Stato “da fratello a fratello” parlandogli di un dolore che, in un certo senso, li accomuna. “Presidente – ha scritto Vito – lei sa cosa vuol dire essere catapultati in una tragedia simile, la nostra fiducia è massima. Non vogliamo perdere la speranza, ma ci aiuti”.

 

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05 Febbraio 2017, 07:20

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