04 Gennaio 2022, 12:54
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PALERMO – Cala il tasso di dispersione scolastica in Sicilia e il governo regionale annuncia un nuovo piano per i prossimi due anni. A fare un bilancio di ciò che si è fatto e su ciò che si farà sono il governatore Nello Musumeci, l’assessore all’Istruzione Roberto Lagalla, Patrizia Fasulo dell’ufficio scolastico regionale e il dirigente del dipartimento regionale all’istruzione Antonio Valenti.
Il tasso di dispersione scolastica in età compresa fra 18 e 24 anni, ha detto Musumeci, “è sceso dal 24,3 al 19,4%” dal 2015 al 2020. Segno che, aggiunge il governatore, molto si è fatto ma “molto ancora faremo”. Il gap con la media nazionale sulla dispersione – 13,1 % – resiste ma si riduce. “Non siamo appagati – prosegue Musumeci -. Per il 2022 è previsto un piano di azione che porta la cifra complessiva a 120 milioni contro la povertà educativa”. Sono fondi europei, nazionali e regionali.
La Sicilia è l’unica regione italiana ad avere sottoscritto un’intesa, lo scorso luglio, con il ministero dell’Istruzione.
“Il nuovo progetto rilancia subito con 32, 5 milioni di euro (che si aggiungono a quelli già spesi) – aggiunge Lagalla – per migliorare gli spazi abitativi’. La scuola è una casa.
Il primo bando, che sarà pubblicato a giorni, sarà dedicato all’edilizia: “Venti milioni per riqualificare i luoghi comuni – dice l’assessore – cioè mense palestre, laboratori, biblioteche, auditorium che servono a migliorare il patto educativo fra la comunità scolastica e la società”.
Si proseguirà sullo schema già seguito che, spiega il dirigente generale del dipartimento regionale dell’Istruzione Antonio Valenti, “ha portato all’approvazione di tutti i progetti presentati dalle scuole”. E sono quasi cento. L’ufficio scolastico regionale ha individuato le zone con maggiore tasso di dispersione scolastica. Per le primarie è stato potenziato il tempo pieno e prolungato. I bambini stanno a scuola di più e ciò li fidelizza all’ambiente e ne previene l’abbandono. “Per le classi di scuola media – aggiunge Lagalla – si agirà su recupero degli apprendimenti, bonifica del ritardo formativo, laboratori e orientamento per la scelta della scuola superiore”.
Ed ancora: “Per la scuole superiori, soprattutto istituti e professionali, dove si registra la maggiore percentuale di abbandono e dispersione, lì si procederà anche con l’orientamento in direzione vocazionale. Siamo partiti dall’anno zero e i passi in avanti sono enormi”.
Nessuno deve rimanere indietro, conclude Musumeci, spostando il ragionamento sul piano sociale: chi abbandona la scuola vive in contesti economici e culturali disagiati ed è più facile finire nella morsa del lavoro nero o, nella peggiore delle ipotesi, “diventare manovalanza per la criminalità organizzata”.
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04 Gennaio 2022, 12:54