28 Maggio 2013, 15:03
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PALERMO – La dispersione scolastica dilaga in Sicilia e nello specifico nel Palermitano. Il fenomeno, che tocca da sempre alti tassi nell’Isola, ha assunto, nei giorni scorsi, per diffusione e dimensioni, le sembianze di un vero e prorio “nodo civico”. Sono stati 143 i bambini protagonisti di una evasione scolastica continuata in vari comuni tra cui Monreale, San Giuseppe Jato, Altofonte e San Cipirello. A scoprire il reato, a seguito di accurate indagini e verifiche, sono stati i carabinieri della Compagnia di Monreale che hanno notificato ben 137 denunce ai genitori dei bambini protagonisti.
Ma come si interviene sul fenomeno? Abbiamo ascoltato diverse associazioni che si occupano di tutela e diritti dei minori per stabilire la prassi da seguire in questi casi. “Quando l’insegnante segnala l’assenza prolungata di un bambino, vengono immediatamente contattati i servizi sociali che si occupano di effettuare una visita domiciliare – fanno sapere le associazioni di categoria – a seconda della gravità della situazione, poi, si interviene di conseguenza. La prassi è lunga, bisogna indagare alla base i veri motivi che hanno portato a compiere un gesto simile”.
Tutte le associazioni contattate concordano su un punto: “Bisogna sempre fare presente alle autorità preposte anche il minimo dubbio, i bambini sono un bene prezioso e una categoria da tutelare e proteggere”.
Ad intervenire, anche Adriana De Trovato, consigliera dell’Afap: “Alcune scuole hanno il servizio di psicologia ed è presente un referente che si occupa dei casi particolari a seguito di segnalazioni effettuate da docenti e personale scolastico – ha sentenziato la Trovato – Subito dopo vengono contattati i servizi sociali che si occupano di convocare i genitori per un colloquio al fine di valutare la situazione della famiglia. E’ un problema molto delicato e una piaga della nostra società, nonostante il progresso scientifico siamo indietro per molti altri versi”.
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28 Maggio 2013, 15:03