07 Novembre 2018, 11:22
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PALERMO – Elicotteri, droni, sopralluoghi via terra, pale meccaniche e, oggi, in azione anche le squadre speciali “Forra” del Soccorso Alpino e Speleologico. Arrivano da Catania e sono già al lavoro da stamattina sui luoghi in cui sono in corso le ricerche di Giuseppe Liotta, il medico disperso. Del pediatra palermitano si sono perse le tracce sabato sera, durante il nubifragio che ha colpito anche la zona del Corleonese, dove l’uomo ha abbandonato la sua auto perché travolta dall’acqua e dal fango sulla provinciale.
*Aggiornamento. Sono stati ritrovati un calzino, una scarpa e il resto del giubbotto.
Si stava recando all’ospedale del paese quando ha deciso di abbandonare la statale 118 e imboccare la strada di campagna, dove da allora si focalizzano le ricerche. Oggi al lavoro nella vastissima area delle “Gole del Drago” ci sono un centinaio di uomini, le operazioni sono coordinate dai vigili del fuoco, presenti con unità cinofile e il nucleo Soccorso Alpino Fluviale, insieme a polizia, carabinieri. Esercito, Corpo Forestale Regionale e Soccorso Alpino e Speleologico Siciliano e decine di volontari.
Sono due le squadre del Corpo Nazionale Soccorso Alpino specializzate negli interventi in forra, che partecipano da oggi alle operazioni di ricerca. “I tecnici della stazione Palermo-Madonie, impegnati da domenica nelle zone tra Ficuzza e Corleone, sono stati affiancati prima dai colleghi delle stazioni dell’Etna e oggi dalla squadra forre regionale che ha la sede operativa ad Acireale”, spiegano. Una vera e propria task force composta da esperti speleologi e rocciatori che hanno seguito un lungo iter addestrativo, pronto ad entrare in azione con “attivazione immediata” in tutto il territorio regionale: “E’ specializzata non solo nel soccorso sanitario in forre – precisano dal Cnsas – ma anche in tutte quelle attività di ricerca e soccorso che richiedano competenze specifiche legate alla presenza di acqua”.
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Ed è proprio questo il caso, visto che il territorio passato al setaccio è ricco di piccoli laghi e cascate che confluiscono nel fiume Frattina. Già oggi, otto specialisti attrezzati con speciali mute e imbracature, si sono calati nelle gole del torrente divisi in due squadre, una a monte, partendo dal ponte della ferrovia, l’altra a valle alla confluenza con il fiume Belice, ispezionando palmo a palmo cascate, strettoie e marmitte alla ricerca di tracce utilizzando anche speciali sonde simili a quelle usate in caso di valanghe. “A supportarli dagli argini del torrente ci sono altri nove tecnici – precisano -. Nei giorni scorsi a valle delle gole erano già stati trovati brandelli di abiti riconosciuti dai familiari del medico disperso”.
Sono giorni di grande angoscia per la famiglia del giovane pediatra. la moglie Floriana, anche lei medico all’ospedale dei bambini di Palermo, è stata l’ultima persona a sentirlo telefonicamente. Dopo la chiamata, effettuata dal quarantenne intorno alle 19.30 di sabato, mentre si trovava nell’inferno di fango, soltanto il silenzio più assoluto. Ansia anche al Di Cristina, dove il pediatra aveva lavorato per molti anni, prima di vincere il concorso all’ospedale di Corleone. I colleghi attendono notizie, pregano per Liotta e dicono: “La speranza è l’ultima a morire”.
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07 Novembre 2018, 11:22