13 Ottobre 2016, 05:09
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PALERMO – Dissequestrato il patrimonio del costruttore Francesco Zummo. Il giudizio d’appello chiude una vicenda patrimoniale iniziata ai tempi del giudice Giovanni Falcone. Il dissequestro riguarda anche gli eredi del socio di Zummo, Francesco Civello. Negli anni Settanta erano finiti sotto processo e assolti dall’accusa di avere fatto affari con don Vito Ciancimino.
Il valore dei beni era stato stimato in duecento milioni di euro, tra cui società, immobili e conti correnti bancari. Del patrimonio dissequestrato dal collegio d’appello presieduto da Antonio Caputo fa parte anche il fondo Pluto, riferibile a Francesco e Ignazio Zummo, padre e figlio. Si tratta di un deposito in una banca svizzera contenente 12 milioni di euro. Francesco Zummo era finito nei guai giudiziari anche a Milano, ma era caduta l’accusa di avere tentato di intestare i beni fittiziamente alla moglie. Gli atti erano stati trasmessi a Milano da Palermo, nel 2010, per competenza territoriale, con riferimento alle ipotesi di riciclaggio. Caduta pure questa accusa, nel capoluogo siciliano era rimasta in piedi la misura di prevenzione.
Il Tribunale aveva revocato i sequestri, ma in appello la Procura generale aveva ottenuto un nuovo provvedimento provvisorio, in attesa della decisione definitiva. Decisione che ora è arrivata: i beni tornano ai legittimi proprietari. Sono i componenti della famiglia Zummo e gli eredi di Civello, nel frattempo deceduto. Erano difesi dagli avvocati Gioacchino e Alberto Sbacchi, Santi Magazzù, Francesco Inzerillo, Girolamo Bongiorno, Maria Grazia Leonardi, Massiml Motisi e Fabrizio Lanzarone.
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13 Ottobre 2016, 05:09