Dissesto evitato, Girlando: |”Il Piano va rispettato”

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21 Ottobre 2013, 06:00

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CATANIA – Passata la tempesta, serve chiarezza. Superata la situazione che, per mesi, ha tenuto con il fiato sospeso cittadini e amministratori,  con i conti del Comune “salvati”, almeno per il momento, dall’ok al piano di rientro da parte della Corte palermitana, occorre chiarire i termini di questo salvataggio che, al di là di quanto potrebbe sembrare, porterà disagi alla città, a partire dai suoi abitanti. L’apporvazione del Piano di riequilibrio finanziario, che ha messo al sicuro le casse comunali dal rischio dissesto, infatti, si tradurrà per i cittadini, per i lavoratori e per le imprese etnee in un lungo, lunghissimo Calvario, costellato di sacrifici. A illuminare quali aspetti caratterizzeranno la vita economica della città nel prossimo futuro è l’assessore al Bilancio della giunta Bianco, Giuseppe Girlando, che illustra a LivesiciliaCatania quali saranno i passi da compiere per rimettersi sulla giusta strada, nonostante i limiti del Piano e le riduzioni dei trasferimenti regionali e statali.

In questi mesi la città ha dovuto attendere un verdetto favorevole che, alla fine e fortunatamente, è arrivato. Cosa succederà adesso con l’applicazione del Piano di rientro? Quali lacrime e quale sangue dovranno versare i catanesi?

Lacrime e sangue sono scritte nel Piano, di cui molti hanno parlato e riparlato negli ultimi mesi, anche se temo che in pochi lo abbiano letto. Ci sono, ovviamente, delle forti riduzioni in alcuni servizi importanti che il Comune rende. Il Piano prevede una razionalizzazione e riorganizzazione delle spese del Comune, attraverso la riduzione, da una parte, e il recupero di somme dall’altra. Ovviamente, queste azioni, nel lungo periodo porteranno a quei risparmi di spesa che consentono di equilibrare il bilancio e pagare i debiti passati. Il Piano è un dato contabile prospettico che deve essere messo in pratica. La sua attuazione dipenderà ovviamente da tante cose, non solo dalla volontà dell’amministrazione, ma dalla cooperazione di tutta la macchina comunale.

Parlando dei Servizi sociali, i cui effetti già si notano, quanto peseranno le azioni del Piano sul settore?

E’ certo che ci sarà un’inevitabile riduzione del costo dei servizi: su una voce di bilancio complessiva di 42 milioni, sarà di 2,5 milioni da spalmare sui singoli interventi. Da ora in avanti, quindi, bisognerà tagliare, anche se ancora non sappiamo dove avverranno i tagli. Con l’anno nuovo, verrà istituito un tavolo con le parti sociali per vedere come razionalizzare i costi cercando di mantenere per tutti lo stesso livello dei servizi, compatibilmente con una riduzione complessiva delle spese. Tenteremo, comunque, di evitare gli effetti traumatici.

Pensa che si riuscirà a rimanere nei limiti imposti dal documento di riequilibrio?

Il Piano è sottoposto a monitoraggio semestrale da parte della Corte dei conti palermitana tramite dei revisori contabili che devono comunicare, periodicamente, lo stato di attuazione. Ovviamente, le attività previste hanno tempi che dipendono dalla concreta azione. Insomma, l’importante è che vi sia un costante e completo rispetto di quanto previsto. Poi, che leazioni vengano fatte immediatamente o con tempi diversi non è importante. L’importante è che l’attività sia volta al rispetto del Piano.

Vi siete trovati un Piano di rientro già predisposto. Pensa ci siano elementi che possono essere modificati secondo la visione dell’amministrazione Bianco? E quando si potrà farlo, se si potrà?

Questa amministrazione ha ritenuto di addivenire a una rapida approvazione perché attendere sarebbe stato oltremodo esiziale. Era rischioso e c’erano vari problemi, tra i quali la perdita di tempo che avrebbe comportato rimettere le mani sul Piano, nell’ordine di qualche semestre, che avrebbe portato ritardi nell’apporto finanziario che deriva dall’approvazione dello stesso. Non ultimo, c’era il rischio, dal momento che nel frattempo sono cambiate alcune normative, di ottenere un importo minore. Un rischio che non andava affatto corso.

Quanto arriverà a Catania? La somma è sufficiente per le esigenze della città e per mettere al sicuro i conti?

Il residuo che deve arrivare al Comune di Catania è circa 55 milioni. Vorrei fare un distinguo. Il Piano di rientro ha una valenza economica, cioè prevede che, entro qualche anno, L’Ente spenda meno e incassi di più e quindi elimini la situazione di disequilibrio che crea debiti che non sono pagati aumentando, così l’ammontare della massa debitoria. Il Piano mette in equilibrio nel medio periodo il Comune e fa sì che, tra qualche anno, il bilancio sia riequilibrato, non produca perdite ma, al contrario, degli avanzi che potrebbero consentire di pagare qualche debito. Ma da solo il Piano non basta: noi abbiamo un problema di cassa, nel senso che ci sono debiti scaduti esigibili importanti. Ci sono i 86 milioni di debiti fuori bilancio e i 155 milioni di debiti scaturiti prima del 2012 e che sono esigibili. Il Comune di Catania, in ragione del disequilibrio, ha infatti via via aumentato la massa passiva di debiti non pagati, cioè i residui passivi, regolarmente impegnati e non pagati. Questa massa passiva deve essere pagata e, anche se il bilancio si equilibra, non ci sono i margini per coprire i debiti.

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Come si può rientrare del debito, allora?

I risparmi e gli avanzi di bilancio avverranno nel futuro, mentre la massa passiva va pagata immediatamente. In questo senso, nonostante la passata amministrazione non avesse fatto richiesta, l’approvazione dell’emendamento, presentato dal deputato Marco Causi, che consente anche a Comuni e Regioni che non hanno partecipato all’utilizzo del fondo nel 2013 di potere avanzare l’ apposita domanda”, consentirà all’Ente di pagare parte del debito nei confronti delle aziende, dando dunque la possibilità all’amministrazione di utilizzare le risorse correnti per pagare i debiti correnti.

Quali strumenti sono contenuti nei prossimi documenti contabili per evitare l’insorgere di nuove passività?

Le azioni del Piano di rientro manterranno in equilibrio il bilancio e, dunque, dovrebbero evitare l’insorgere di nuove passività. In ogni caso, per aumentare la voce delle entrate, verrà incrementata la riscossione di quelle proprie del Comune, efficientando il sistema di riscossione anche relativamente alle contravvenzioni. E’ chiaro che sono previsti aumenti tariffari, anche se il sistema di tassazione locale è attualemnte sottoposto a verifica. Con il Piano di rientro, comunque, si pone certamente un freno all’insorgenza di nuovi debiti e si evita, contestualmente, ridurremo i costi.

Oltre alla riscossione, in che altro modo pensate di incrementare le entrate?

Sul fronte delle entrate, avremo la dismissione di alcuni immobili comunali mentre, su quella della riduzione dei costi, oltre alla riduzione fisiologica dei dipendenti comunali, che porterà già nel 2015, a un risparmio di 7 milioni di euro annui, cifra che andrà ad aumentare, per i pensionamenti per il raggiungimento dei limiti di età.

 Quali pericoli restano per la tenuta dei conti del Comune?

A oggi, il Comune, non ha ancora contezza dell’ammontare dei tagli dei trasferimenti statali. Questo potrebbe rappresentare un problema perché il Piano di rientro è stato redatto a una certa data ed eventuali riduzioni nei trasferimenti non preventivati. A rischio non è la tenuta dei conti ma l’iter potrebbe diventare più difficile.

 

 

 

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21 Ottobre 2013, 06:00

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