27 Gennaio 2012, 11:23
2 min di lettura
Il distretto turistico Costa Normanna tramonta prima ancora di nascere. A sorpresa, ieri, sono arrivate le dimissioni del presidente, Stefano Santoro, assessore al Turismo del comune di Palermo, che mettono seriamente a rischio il futuro di un ente che è stato formalmente costituito davanti al notaio ma che non ha ancora mosso i primi passi.
“Ho presentato le dimissioni con grande dispiacere – ha detto Santoro – considerato il lavoro propedeutico svolto e del voto unanime per la costituzione del consorzio espresso 10 giorni fa dal consiglio comunale. C’è stata un’opera di boicottaggio perpetrata da numerosi sindaci dell’area est della provincia di Palermo, i quali, nonostante avessero avuto mandato dai rispettivi consigli comunali di aderire al distretto, non si sono presentati dinanzi al notaio incaricato di costituire il distretto, accampando scuse puerili che mal celano squallide operazioni dirette a governare il consorzio”.
Un atto di accusa neanche troppo velato, che la dice tutta sulle tensioni che hanno accompagnato la formazione del Distretto, e che avevano portato molti sindaci a disertare l’appuntamento col notaio, facendo scendere a otto i comuni aderenti contro i 29 iniziali. “A ciò si aggiunga – continua Santoro – il comportamento della Regione e dell’assessore Tranchida che a forza di concedere proroghe ha fomentato l’ammutinamento e il naufragio provocato del distretto, continuando a sostenere, finanziandoli, i comuni della Sicilia orientale danneggiando Palermo e tutti gli operatori e imprenditori turistici del capoluogo”.
Secondo alcune voci, infatti, alcuni primi cittadini vicini a Micciché avrebbero “flirtato” con Tranchida e Fli per far saltare l’accordo e la poltrona dell’esponente del Pdl, i cui rapporti con l’assessore hanno ormai raggiunto i minimi storici. La legge prevede che per formare il distretto servano almeno 12 comuni, ma anche in caso di raggiungimento le tensioni fra Santoro e Tranchida avrebbero reso ingestibile la situazione. Palermo rischia così di perdere circa 27 milioni di euro di finanziamenti nazionali e regionali, con buona pace del turismo e dei privati.
Immediata la replica di Totò Orlando, consigliere comunale di Palermo in quota Idv: “Santoro non si è dimesso, ha dovuto semplicemente prendere atto del fallimento del distretto turistico che noi, in Aula, avevamo ampiamente previsto: la mancata adesione di tanti enti locali dimostra che le nostre perplessità erano più che fondate. La legge è chiara sui 12 comuni necessari per la costituzione del distretto, inoltre si evidenzia la scarsa credibilità del comune di Palermo come comune capofila. Il consorzio è stato costituito sapendo che non poteva avere meno di 12 comuni, sostenendo spese che adesso andranno recuperate”.
Pubblicato il
27 Gennaio 2012, 11:23