11 Settembre 2018, 19:33
3 min di lettura
PALERMO – “Se non sarà dicembre, sarà gennaio. Le province non sono mai morte”.A dirlo è il presidente della Regione, Nello Musumeci, con la sicurezza di chi, già in campagna elettorale, ha sempre detto di non voler rinunciare a questi enti locali di secondo livello. “Sì è perso l’equilibrio istituzionale, i sindaci sono stati abbandonati, è inaccettabile – ha detto Musumeci – che l’ente di area vasta che deve fornire i servizi debba essere guidato da una persona che non ha legittimazione da parte dei cittadini, Delrio e Crocetta hanno commesso un crimine contro l’umanità: elezioni senza popolo. La Provincia può diventare un dopolavoro per amministratori comunali? Adesso sappiamo che il Pd è contrario alla democrazia, i grillini vorrebbero che tutto si decidesse con un computer, ma noi non possiamo non prendere atto che c’è una sofferenza dei cittadini che non si sentono rappresentato dal governo dei partiti”.
“Io vorrei che si votasse già la seconda domenica di novembre – ha proseguito il governatore – ma serve che il Parlamento regionale approvi la nuova legge. E intanto ci sono altre leggi che aspettano: quella sui rifiuti, quella sul diritto allo studio”.
A spiegare perché i tempi si allungano è l’assessore regionale agli Enti locali Bernardette Grasso: “Dopo la decisione della Corte Costituzionale sulle elezioni dirette nelle ex province, dobbiamo prima approvare una nuova delibera di giunta, poi tornare in aula all’Assemblea regionale siciliana con la legge Delrio e impostare quindi il percorso da seguire per le elezioni di secondo grado degli organi delle ex province. Potremmo farcela per dicembre, ma potrebbe essere necessaria una nuova proroga dei commissari”.
È quanto è emerso oggi pomeriggio all’incontro dei sindaci di centrodestra organizzato dagli amministratori locali di Diventerà bellissima alle Terrazze di Mondello. All’ordine del giorno le elezioni di secondo grado nelle ex province ma non solo. Il confronto ha riguardato anche il futuro del partito del governatore Nello Musumeci, le alleanze verso destra o verso il centro. Tante, tra altro, le facce non strettamente “musumeciane”: ci sono volti di Forza Italia, come Pippo Fallica, Giuseppe Catania e lo stesso assessore Grasso, ci sono renziani/orlandiani, come il sindaco di Ventimiglia di Sicilia, Antonio Rini, molti amministratori eletti con liste civiche locali e oggi attratti dal movimento di Musumeci.
“Questa non è una manifestazione di partito – ha detto Musumeci -. Il centrodestra è una condivisione di ideali, non è un taxi dal quale salire e scendere. Nulla di tutto questo c’è in Sicilia, parlare di centrodestra in Sicilia mi addolora. Dove comincia e dove termina?”.
E il movimento Diventerà Bellissima potrebbe convergere presto in un’alleanza con la Lega Nord. Primo test: le Europee. “La decisione non è allearsi o meno con la Lega, ma esserci o non esserci – dice Alessandro Aricò, capogruppo di Diventerà bellissima all’Ars -. Non potremmo partecipare col nostro simbolo ma aggiungere qualche nostro candidato alle liste. Dobbiamo valutare se ne vale la pena. La nostra identità è regionale in primo luogo”.
Tanti gli interventi nel corso del pomeriggio. “Il sistema delle province è stato cannibalizzato fino all’impotenza”, ha detto l’assessore regionale all’Istruzione Roberto Lagalla. E Giusi Savarino, parlamentare regionale di Diventerà bellissima contesta il sistema delle elezioni di secondo livello: “È assurdo che debbano votare amministratori uscenti, delegittimati. Il voto dovrebbe rappresentare i cittadini”.
Pubblicato il
11 Settembre 2018, 19:33