09 Maggio 2011, 14:05
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Come sono i rapporti tra potere, stampa e magistratura? Una riflessione che va bene in generale e che si presta all’attualità, per fatti recentemente accaduti. Dall’affare Ciancimino, ad altre fattispecie: diversi sono i campi di frizione tra toghe e politica. A che punto è la storia?. L’abbiamo chiesto al procuratore aggiunto Ignazio De Francisci e al sostituto procuratore Gaetano Paci, nel corso di una mattina a Palazzo di giustizia. Idee generiche, appunto, senza polemica alcuna con le vicende in corso.
“La critica alla magistratura è salutare – dice il sostituto procuratore Paci – Bisogna distinguere però la critica legittima dalla campagna di delegittimazione e dall’attacco feroce. Questo non è consentito. Il fatto che i giornali si schierino può essere espressione di questa degenerazione di cui parlavo – continua il dottor Paci – i media dovrebbero lasciare che gi utenti si formino le proprie opinioni autonomamente. Guai però ad insinuare che il pm possa perdere la sua imparzialità nei confronti dei soggetti appartenenti alla classe sociale elevata”.
“Noi funzionari di Stato abbiamo grandi responsabilità, e come tutti siamo sottoposti alla legge e abbiamo dei doveri – afferma il procuratore aggiunto De Francisci – ma dobbiamo mantenere la prudenza. Non dobbiamo trasformarci in niente altro che non sia quello che ci rende lo svolgimento del nostro lavoro. Gli applausi a fine sentenza sono un rischio, io personalmente sono sempre stato per un lavoro in maniera riservata e seria, con professionalità e sobrietà senza sbavature mediatiche, perché i nostri errori possono creare un grosso danno anche solo morale”.
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09 Maggio 2011, 14:05