Documenti falsi, madri in cella| I poliziotti ospitano i figli - Live Sicilia

Documenti falsi, madri in cella| I poliziotti ospitano i figli

Non c'erano posti nelle comunità di accoglienza.

PALERMO – Le madri finiscono in carcere perché in possesso di un passaporto falso. E i figli, rimasti da soli, vengono ospitati dai poliziotti.

Una bella storia di solidarietà che ha per protagonisti due agenti della polizia di frontiera di Palermo. Lo scorso 31 dicembre all’aeroporto Falcone-Borsellino hanno fermato una donna di nazionalità greca insieme ai due figli minori. Avevano tutti e tre dei documenti falsi. Stessa cosa è avvenuta per una donna dello Sri Lanka. Le madri sono stati condotte al Pagliarelli. Visto che non c’erano posti disponibili nelle comunità di accoglienza l’autorità giudiziaria ha dato il via libera alla bella iniziativa dei poliziotti che hanno deciso di ospitare i bambini di 13, 12 e 9 anni nella notte di Capodanno. 

Agli arresti anche un cingalese, pure lui sorpreso con il passaporto falso in aeroporto dove sono stati intensificati i controlli antiterrorismo.

Il comunicato del sindacato di polizia. La segreteria provinciale LeS di Palermo si congratula con i due colleghi protagonisti di una storia da libro “Cuore” in occasione del Capodanno appena trascorso durante il quale hanno ospitato nelle loro abitazioni, tre bambini le cui madri erano state arrestate poiché scoperte in possesso di passaporti falsi. Considerata la risposta negativa da parte di tutti i centri di accoglienza per minori e la giornata particolare (31 dicembre) , i due colleghi, con il benestare del magistrato di turno, non hanno esitato ad aprire le porte delle loro abitazioni per far trascorrere ai tre bambini la serata in famiglia. Quanto accaduto accende i riflettori sulla spiccata sensibilità e professionalità dimostrata dai due colleghi che è la stessa che caratterizza il ruolo e la missione di tutti i poliziotti italiani, ma che il più delle volte, non viene evidenziato o non trova spazio negli organi di informazione e che purtroppo non viene riconosciuta nemmeno dalla nostra stessa amministrazione. E’ cronaca recente infatti, la negativa decisione del Tar chiamato a giudicare un ricorso di due poliziotti in servizio presso la Questura di Palermo, Gianmario Collesano e Fabio Tripodi, i quali negli anni 2006 – 2007, dopo aver proceduto a numerosi arresti di “pusher” che spacciavano piccoli tagli di sostanze stupefacenti ed aver eseguito altri numerosi arresti di personaggi dediti alla micro criminalità, hanno seguito una complessa attività investigativa che durò circa 3 anni e che si concluse con 67 emissioni di custodie cautelari. Il Ministero dell’Interno decide di non pagare lo straordinario effettuato legalmente dai poliziotti ed il giudice decide ferie per tutti… A Gianmario Collesano e Fabio Tripodi non resta, oltre che pagare il proprio avvocato, che farsi quasi un anno a casa (tra ferie forzate come da sentenza, più le proprie ferie che spettano ogni anno ad ogni poliziotto, più tutte le festività e le domeniche ecc). Tutto questo perché lo Stato non ha pagato le ore di straordinario dei due poliziotti per il servizio reso allo stesso Stato. Il collega Gianmario Collesano ha effettuato straordinario per 8.013,26 euro mentre il collega Fabio Tripodi per 5.539,10 euro. Lo Stato preferisce avere due poliziotti esemplari e due ottimi investigatori a casa per oltre 6 mesi, piuttosto che corrispondergli i soldi che gli spettano di 2 anni di duro lavoro. Abbiamo raccontato facce diverse di una stessa medaglia, la prima meritatamente agli onori delle cronache, la seconda senza nemmeno il giusto riconoscimento di quanto “straordinariamente” fatto. E’ il destino dei poliziotti italiani: poche volte osannati, troppe volte dimenticati.


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