Dogane, per il giudice |”la condotta è antisindacale”

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16 Febbraio 2015, 20:05

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CATANIA- Ufficio delle dogane: il giudice del lavoro dà ragione ai dipendenti. Si conclude la vicenda che aveva visto i lavoratori turnisti di Fontanarossa e Riposto privati dei buoni pasto sostitutivi del servizio mensa previsti da “un accordo sindacale mai disdetto”. Il tribunale del lavoro ha dichiarato “antisindacale la condotta dell’Agenzia delle Dogane” dando loro ragione dopo il ricorso presentato dai sindacati all’indomani della sospensione della protesta che ha interessato l’aeroporto etneo nel mese di novembre. Una vicenda, raccontata da LiveSiciliaCatania, che ha inizio nel lontano mese di maggio. La decisione del direttore dell’Ufficio delle dogane etneo non piace, ma soprattutto non convince turnisti e sindacati. Le novità introdotte, infatti, non sono correlate a nessuna modifica di tipo contrattuale. Lo dicono forte e chiaro, sindacati e lavoratori.

Da lì la proclamazione, a livello locale prima e regionale poi, dello stato di agitazione. Siamo a fine ottobre e si conosce già la data di avvio della protesta (27 ottobre). La situazione precipita subito dopo. Il 24 ottobre, infatti, i lavoratori (compresi quelli che avevano dato la loro adesione alla protesta) ricevono una mail contente i turni di servizio della settimana” che va dal 27 ottobre al 2 novembre anche ai dipendenti”. La mail contiene “dei nuovi turni di 7 ore e 12 minuti ciascuno, non prevedendo né la pausa né la corresponsione del buono pasto, attingendo quasi esclusivamente (ad eccezione di una unità) al personale aderente alla protesta con l’aggravante di non curarsi nemmeno che il personale inserito nei turni comandati, potesse completare il proprio orario di lavoro settimanale”, denunciano i sindacati. Lo scontro si acuisce: i dipendenti dell’Ufficio Dogane (tredici su sedici) in forza all’aeroporto Fontanarossa decidono di non garantire più i turni e di limitarsi a svolgere il “normale orario di lavoro” lasciando, de facto, scoperti i controlli doganali nella fascia oraria che va dalle quattro del pomeriggio alle otto del mattino.

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Dopo qualche giorno la protesta rientra, ma i sindacati annunciano di volere ricorrere al giudice del lavoro “per la repressione della condotta antisindacale del direttore dell’ufficio delle Dogane di Catania”. Un ricorso accolto nei giorni scorsi dal tribunale che “ha ordinato il ripristino dell’efficacia di quegli accordi, violati unilateralmente dall’Amministrazione doganale, e l’adozione degli atti consequenziali, cioè l’erogazione dei ticket mensa, compresi quelli sospesi da maggio 2014”. “La decisione del Tribunale del Lavoro dimostra anche che il sindacato, quando è serio, va rispettato ed ascoltato: vivere come un intralcio la partecipazione dei lavoratori pubblici ai problemi del proprio posto di lavoro, non solo rappresenta un errore manageriale madornale, ma anche un atto irriguardoso nei confronti di un’istituzione che non è la bocciofila di vattelapesca, ma quel presidio che i Padri Costituenti riconobbero a tutela del mondo del lavoro dipendente”. Così Vittorio Visicaro, segretario del G.A.U. Uilpa, Dogane di Catania commenta la decisione del giudice del lavoro, sottolineando che le spese folli del pubblico da tagliare vanno ricercate altrove. Di certo non nei sette euro di un buono pasto che supplisce un servizio mensa mai attivato.

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16 Febbraio 2015, 20:05

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