Imputato per mafia ed estorsione| Concessi gli arresti domiciliari

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07 Aprile 2020, 16:43

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PALERMO – Istanza accolta. Troppo altro il rischio per salute del detenuto qualora venisse contagiato in carcere dal Coronavirus. Concessi gli arresti domiciliari a Maurizio Crinò, 49 anni. È accusato di associazione mafiosa ed estorsione. In particolare, avrebbe fatto parte della famiglia mafiosa di Misilmeri, la stessa guidata da Vincenzo Sucato che nei giorni scorsi è morto in carcere, a Bologna. (Leggi l’articolo sulla morte del promo detenuto a causa del Covid-19).

L'avvocato Tommaso De Lisi

Il legale di Crinò, l’avvocato Tommaso De Lisi, ha presentato un’istanza al giudice per l’udienza preliminare Rosario Di Gioia che sta giudicando Crinò assieme ad altre 535persone, nel processo nato dal blitz dei carabinieri che nel 2018 fermarono la riorganizzazione di Cosa Nostra. Per Crinò la Direzione distrettuale antimafia ha chiesto una condanna a 13 anni e 4 mesi di carcere (leggi tutte le richieste di pena). Nello stesso processo è imputato Settimo Mineo, il boss di Pagliarelli che ha presieduto la nuova cupola di Cosa Nostra e che chiede pure lui la scarcerazione (leggi l’articolo su Mineo). L’imputato soffre di una seria patologia cardiaca.

Fino ad oggi sono più di quattromila i detenuti che sono usciti dalle carceri dall’inizio dell’emergenza Coronavirus. Si è passati da 61.230 agli attuali 57.137. La concessione degli arresti domiciliari in caso di di situazioni di incompatibilità con lo stato di salute del detenuto è previsto dal decreto del governo “Cura Italia”. C’è chi, come il magistrato della Direzione nazionale antimafia Antonino Di Matteo, ritiene si tratti di un indulto mascherato (leggi le dichiarazioni di Di Matteo)

 

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07 Aprile 2020, 16:43

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