“Don Nuvola ci ha coperti di debiti” | Parla il parroco di Regina Pacis

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23 Luglio 2013, 20:57

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PALERMO – Abusi sessuali, adescamenti, induzione alla prostituzione minorile: la comunità parrocchiale di Regina Pacis è obbligata a fare i conti con parole che fanno a pugni con la fede. L’arresto di don Aldo Nuvola, che della parrocchia nel signorile quartiere Libertà è stato la guida fino al 2009, non poteva certo passare inosservato. E riporta alla mente un passato non troppo lontano. Quattro anni fa, infatti, Nuvola era già stato condannato a un anno e mezzo per molestie.

L’arresto di oggi ha sconvolto anche don Giovanni Basile, che di padre Nuvola prese il posto quattro anni fa. Da quel lontano febbraio 2009 quando don Aldo fu costretto ad abbandonare la parrocchia. Basile, dopo lo shock iniziale, accetta di parlare e aggiunge ulteriori motivi di riflessione e discussione. Racconta, infatti, di avere ancora una questione in sospeso col suo predecessore: “Ha sempre detto che le accuse che gli erano state mosse erano un modo per silurarlo. Dal canto mio non voglio sapere nulla, posso solo dire che al mio insediamento qui ho ereditato ben duecento mila euro di debiti – sono queste le parole del nuovo sacerdote -. Ho dovuto fare i conti con personale non pagato, merce e ostie non liquidate”.

Le sue sono parole cariche di amarezza: “I debiti non cadono mica dal cielo. I parrocchiani ad oggi chiedono a me che fine hanno fatto i soldi donati – continua -. I primi tempi provavo perfino vergogna a girare per i negozi del circondario. Ovunque c’erano debiti e brutte occhiate”. Debiti che, a detta di don Basile, gli hanno provocato dei guai giudiziari: “Noi parroci siamo legali rappresentanti della sede in cui veniamo spostati e quindi è toccato a me subire le ingiunzioni giudiziarie e risolvere i problemi causati da colui che mi ha preceduto”.

Tra le strade attorno a piazza Quattro Novembre, dove si trova la chiesa, non si parla d’altro. La comunità di Regina Pacis si divide, ancora una volta, fra innocentisti e colpevolisti. Da un lato chi difende a spada tratta l’ex sacerdote della parrocchia, bollando come “infondate e infamanti” le accuse; dall’altro c’è chi, assalito dai dubbi, dichiara che “la giustizia deve fare il suo corso e punire chi commette atti tanto vili”.

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Paura, disorientamento, confusione: tanti i sentimenti dei parrocchiani. Ciò che emerge dalle dichiarazioni è soprattutto il timore che questi gesti possano ripetersi: “Come posso mandare i miei figli al catechismo adesso? La paura e lo sdegno verso la comunità parrocchiale è tanta. Un prete dovrebbe essere un secondo genitore per i bimbi e invece assume le sembianze di un diavolo travestito da buon pastore – commenta con rammarico un residente -. E’ una vicenda squallida non si può dire altro, doveva essere arrestato molto prima. Non credo alle assoluzioni facili, capisco che a Palermo per l’onta si possa ritirare la denuncia ma questa è la conferma che qualcosa effettivamente c’era”.

Qualcuno tra gli assidui frequentatori delle celebrazioni di don Nuvola non riesce ad accettare quanto appreso dai media e parla di una vera e propria montatura: “Mi sembra una grossa bufala ed un’esagerazione. L’ho sempre visto come una persona retta, ligia, un uomo dai modi dolci e gentili – dichiara con occhi smarriti una donna proprio all’ingresso della chiesa -. Ho serie difficoltà a credere che si sia macchiato di un gesto simile. Con i bambini poi non stava quasi mai a contatto. All’interno della comunità sono presenti diverse educatrici che si occupano di loro, che fanno il catechismo. Lui donava semplicemente parole dolci al momento giusto”.

E ancora: “Lo conoscevamo tutti qui. In tutti questi anni non ho notato alcun comportamento strano o sospetto nei confronti dei miei figli, era affettuoso con loro – aggiunge una donna che tiene per mano il proprio bimbo -. Una persona in gamba, giovane, preparata. Mi dispiace mi sembra tutto una grande mistificazione. Fino a prove certe non ho motivo di credere a questa storia”.

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23 Luglio 2013, 20:57

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