Don Nuvola, parziali ammissioni | “Cercavo solo affetto”

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24 Luglio 2013, 12:15

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PALERMO – Ammette di avere avuto rapporti sessuali con un solo ragazzo, che però credeva fosse maggiorenne, ma nega ogni suo coinvolgimento, seppure marginale, con l’omicidio di Massimo Pandolfo. E’ durato quattro ore l’interrogatorio di don Aldo Nuvola davanti ai pubblici ministeri Calogero Ferrara e Diana Russo. Gran parte delle domande si sono concentrate sul delitto di Acqua dei corsari. Il sacerdote ha smentito il diciassettenne reo confesso dell’omicidio, che aveva riferito di avere parlato della vicenda Pandolfo con don Nuvola durante in una confidenza. “Non è vero”, lo ha smentito don Nuvola, che non ricorda neppure la telefonata con il ragazzo la notte dell’omicidio.

Sui ripetuti rapporti sessuali con i minorenni, indotti alla prostituzione in cambio di poche decine di euro, il sacerdote ha confermato un solo episodio. Sugli altri si è limitato a dire di avere soltanto cercato di capire fino a che punto gli stessi ragazzi potessero spingersi con le richieste di denaro. Sul perchè di quei suoi continui giri notturni nelle strade battute da chi si dedica alla prostituzione, Nuvola ha spiegato di sentirsi solo e di cercare solo affetto. Al termine dell’interrogatorio, il sacerdote è stato nuovamente trasferito in carcere. Il fermo, infatti, è stato convalidato dal giudice per le indagini preliminari, Agostino Cristina, che si è riservato sulla misura cautelare da adottare

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Il prete, fermato ieri con l’accusa di induzione alla prostituzione, era arrivato in mattinata nella stanza dei pubblici ministeri Calogero Ferrara e Diana Russo. Con lui i suoi avvocati Marcello Montalbano e Mario Zito, che lo assistono assieme a Nino Caleca.

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24 Luglio 2013, 12:15

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