Dopo la cattura di Provenzano | i contatti con i due Lo Piccolo

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16 Giugno 2009, 14:26

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Dopo oltre 40 anni finisce la latitanza di Bernardo Provenzano. Lo zio Binu era stato il collante fra Trapani e Palermo. Era lui a garantire gli affari fra le due province, mediando fra i boss palermitani e Matteo Messina Denaro, leader indiscusso della mafia trapanese. Arrestato il capo si spezza il legame d’affari. Bisogna voltare pagina e ricominciare. Da qui una serie di contatti, presto incessanti, fra Messina Denaro e Salvatore e Sandro Lo Piccolo (nella foto), nel frattempo divenuti i signori di Palermo.
I pizzini sequestrati nel covo di Giardinello ai boss di San Lorenzo, padre e figlio, avevano confermato l’esistenza del ponte Palermo-Trapani. Poi, sono arrivati i racconti dei collaboratori di giustizia. Antonino Nuccio, Gaspare Pulizzi e Andrea Bonaccorso hanno ricostruito mesi di trattative e fatto i nomi dei postini.
Il 28 novembre 2007 Nuccio mette a verbale: “Franco Luppino di Campobello di Mazara è vicino a Matteo Messina Denaro. Il Luppino è stato in carcere con Nunzio Serio. Le famiglie Serio e Luppino si incontravano e i Luppino erano accompagnati da Franco Indelicato. Siamo stati a Campobello di Mazara io, Mimmo Serio e Gabriele D’Avì. Mimmo Serio mi presentò Luppino che però già conoscevo dal carcere. L’incontro avvenne a Castelvetrano, poi con una autovettura di Franco Indelicato siamo giunti a Tre Fontane in un villino. Intorno alle 15 Luppino si è appartati con Mimmo Serio. Rientrati a Palermo Serio mi ha confidato che Luppino voleva trasmettere pizzini a Matteo Messina Denaro a Lo Piccolo, in quanto dopo l’arresto di Provenzano si era esaurita la precedente via delle comunicazioni. Comunque i pizzini erano recapitati da Luppino, che era persona vicina a Nardo Bonafede. Luppino aveva riferito a Serio che si era incontrato con Matteo Messina Denaro, che aveva l’esigenza di continuare a comunicare con i Lo Piccolo, ma voleva sapere quale poteva essere un sicuro canale di comunicazione. Serio diede la sua disponibilità per far pervenire ai Lo Piccolo le missive di Messina Denaro, e Luppino si era riservato di parlarne con quest’ultimo. Non mi risulta che Indelicato si occupasse della gestione del latitante. Avevano rapporti per traffici di stupefacenti”.
Il dopo Provenzano, la rete di contatti fra Messina Denaro e Lo Piccolo, dunque, vengono discussi in un villino a Tre Fontane. E’ ancora Nuccio a riferirne i particolari: “Ricordo che era un giorno lavorativo, e sono più propenso a pensare che si tratti proprio del mese di aprile 2007. Ricordo che giunti presso lo svincolo di Castelvetrano si fece trovare ad aspettarci Franco Indelicato. Aveva un’Alfa Romeo di colore scuro (forse una 146 o 147 anche se mi sembrava una berlina di più grosse dimensioni). Arrivammo sul posto più o meno verso mezzogiorno senza che il nostro arrivo fu preannunziato da telefonate e contatti di sorta. Io, infatti, fornivo l’Indelicato di cocaina e ci incontravamo a Palermo una due volte al mese e in quelle occasioni gli consegnavo la droga. Fu in uno di quegli incontri che fissammo l’appuntamento a Castelvetrano”.
Nuccio ricostruisce pure il percorso di quel giorno: “Da quel luogo ci siamo portati verso un villino che si raggiunge dopo avere percorso una strada in direzione Triscina o Tre Fontane, se mal non ricordo il villino si trovava nella periferia di Campobello di Mazara, in luogo isolato e non sul mare. Si giungeva presso questo sito, infine, dopo avere percorso una stradina sterrata. Ricordo che l’immobile era dotato di una piscina che si trova alla destra entrando dal cancello. A sinistra vi era la casa e un porticato sotto il quale consumammo il pasto. Ricordo che eravamo una decina di persone che, tuttavia, non saprei riconoscere. Franco Luppino venne a sua volta con due persone, se mal non ricordo una delle quali del paese di Vita, l’altra non so. Sarei in grado di riconoscere uno dei due. Non so se quello di Vita o l’altro. Giunsero sul posto con un’automobile che ricordo di colore scuro e lunga. Berlina e non station wagon. Dopo pranzo verso le 15, Mimmo Serio e Franco Luppino  si appartarono allontanandosi verso al campagna, oltre la piscina. Non partecipai al discorso e poi il Serio mi disse che si trattava di trovare nuovi canali di collegamento tra Lo Piccolo  e Messina Denaro una volta che erano stati interrotti quelli utilizzati fino al momento della cattura di Provenzano che non potevano essere più essere utilizzati. Sostanzialmente Mimmo Serio si propose come canale utile per fare giungere messaggi provenienti dal Lo Piccolo e il Luppino gli disse che sarebbe stato in grado di metterlo in contatto con Messina Denaro Matteo. Mi disse Serio che la richiesta proveniva dal Luppino. Era cioè una esigenza del Luppino quella di mettere in contatto Messina Denaro con il Lo Piccolo”.
La conferma del summit arriva il sei marzo scorso da Andrea Bonaccorso: “Nunzio Serio mi disse, anche, che di recente era stata organizzata una mangiata in un paese della provincia di Trapani, alla quale avevano partecipato Mimmo Serio, Antonino Nuccio, e lo stesso Luppino, insieme a quella persona a lui vicina di cui non conosco il nome che traffica con la cocaina e altre persone di cui non conosco il nome….”.
Infine Pulizzi, il 31 gennaio, racconta: “Altro collegamento doveva essere attuato tramite Franco Luppino, persona della famiglia di Campobello di Mazzara che, mi venne detto da Lo Piccolo, era vicino a Matteo Messina Denaro. Altra persona a lui vicina, dello stesso paese, era tale Bonafede che mi pare si chiama Nardo”.
Ed è sempre Pulizzi che svela l’identità di un altro postino, di quel Mimmo citato in alcuni pizzini: “…Ho appreso che il contatto che aveva … epistolare…  il contatto epistolare tra Lo Piccolo e Messina Denaro uno… uno dei postini era quello tale Mimmo Coppola da Trapani… che il fratello è in galera… è arrestato… non ricordo… Ciccio Coppola… non ricordo bene… comunque… si parlava alle volte in quanto lui nominava questo Mimmo Coppola che era uno degli ultimi anelli per arrivare a Messina Denaro”.

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16 Giugno 2009, 14:26

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