10 Agosto 2013, 06:30
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PALERMO – Martedì pomeriggio era stato fermato dai carabinieri che in seguito alla segnalazione degli animalisti hanno proceduto alla sua identificazione ed hanno accertato la sua situazione. Poco dopo è tornato sotto i portici di via Ruggero Settimo, di nuovo con alcuni cuccioli in cerca di una casa e il suo ormai celebre appello “Aiutateci ad aiutarli”. E’ il caso di Antonino Spina, conosciuto da tutti come “il ragazzo con il codino” che, insieme ai cani si aggira per le strade del centro proponendoli in adozione. Un’attività che più volte le associazioni che tutelano i diritti degli animali hanno denunciato come illecita, sfociata spesso nell’illegalità ma che al momento, prosegue.
Spina è infatti tornato in campo dopo una nuova denuncia in stato di libertà: come spiegano i carabinieri del nucleo Radiomobile intervenuti mercoledì in pieno centro, l’uomo non aveva rispettato il divieto di dimora al quale è sottoposto. Fatto sta che in questi giorni è tornato alla carica, difendendosi davanti al taccuino e alla telecamera di LiveSicilia a cui ha parlato del suo amore per gli animali e di un iter chiaro e trasparente che utilizzerebbe ad ogni adozione. “Io lavoravo alla Keller – ha detto Spina – ma dopo la sua chiusura ho dovuto trovare un modo per sopravvivere. Ho così creato un piccolo rifugio per i cani abbandonati, l’ho realizzato nel mio piccolo terreno di Carini.
In quattro anni ho fatto adottare 1160 randagi che altrimenti non avrebbero avuto alcun futuro, non credo di aver fatto del male, ma del bene. Purtroppo c’è qualcuno che ce l’ha con me, ormai è una questione che va sul personale. Mercoledì con la scusa dei controlli qualcuno mi ha rubato i cuccioli. E vista la situazione, oltre a quello che stabilisco sui documenti d’adozione, aggiungerò l’obbligo di microchippare ogni cane che affido”.
Una versione che entra fortemente in contrasto con quella dei volontari delle associazioni animaliste, impegnate nella battaglia per la legalità e dei loro legali: “Il signore in questione – spiega la dottoressa Cecilia Viola, coodifensore con il dottor Marco Garofalo, delle associazioni Ada, Lida, Lega del cane, Oipa ed Una – è presente sul territorio di Palermo da mesi se non anni. Indisturbato gli è stato consentito di continuare nella propria opera che, nella più rosea delle ipotesi è riconducibile ad “accattonaggio con animali” e a “vendita ambulante non autorizzata di animali”.
“Ambedue le ipotesi – aggiunge Viola – costituiscono illeciti amministrativi perseguiti in modo chiaro ed inequivocabile da un regolamento del Comune di Palermo del 2007 (Reg. Com. n. 99 del 2007). In particolare – precisa – già per la sola ipotesi di accattonaggio con animali l’articolo 2 comma 13 del detto Regolamento prevede l’affido degli animali usati per accattonaggio al canile municipale. Se dal 2007 ad oggi le forze dell’ordine lo avesse fermato ogniqualvolta lo avesse sorpreso ad elemosinare “offerte per i trovatelli” o a vendere animali a 30, 50, 80 euro, questo individuo sarebbe sparito da anni. Invece non è insolito trovarlo sempre nelle solite zone, i portici lungo via Ruggero Settimo o in via Libertà davanti all’Oviesse o ancora a Mondello, anche accanto a pattuglie della polizia municipale.
Lo stesso pomeriggio dell’intervento – prosegue – sono stata costretta a reiterare più volte la mia richiesta di intervento alla pattuglia dei vigili urbani presente proprio al semaforo. La polizia municipale ha impiegato quasi un ora a chiamare il nucleo cinofilo (che, al contrario ha operato in modo attento) e ha anche tentato di negare che fosse in atto una condotta di accattonaggio con animali”. Al racconto di Viola, si aggiunge quello di una volontaria della Lida, presente nel corso dei controlli. Insieme ad altri ragazzi ha permesso che i cuccioli in quel momento chiusi in “trasportini” e altri con dermatiti, venissero dati in custodia ai cinofili per poi essere affidati al canile municipale.
“Non abbiamo rubato nulla, abbiamo fatto tutto alla luce del sole, davanti alle forze dell’ordine. Io non mi muovo sul fronte personale, ma vengo chiamata su segnalazione della gente e, d’altronde, tutte le associazioni della città hanno dato mandato a Viola e Garofalo in merito all’accattonaggio con animali. Lui non può stare qui, ha un divieto di dimora e non sono io ad inventarlo. Per il resto, mi auguro soltanto un futuro migliore per i cani che ha attualmente in possesso”.
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10 Agosto 2013, 06:30