Aggrediti in corsia, poi al lavoro| “Delusi, ma sempre presenti”

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10 Aprile 2018, 16:49

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PALERMO – Sono tornati subito al lavoro. Anche il giorno dopo l’aggressione non ci hanno pensato un attimo: i medici della Chirurgia pediatrica dell’ospedale dei Bambini di Palermo hanno svolto le proprie attività come sempre, ma con l’amaro in bocca. “Abbiamo avuto molta paura, ma quello che è accaduto non ci fa fare passi indietro, bensì ci spinge a prenderci cura ancora di più dei nostri piccoli pazienti”.

A dirlo è la dottoressa Gloria Pelizzo, primario del reparto in cui due giorni fa il papà di un bambino morto poco dopo il parto ha scatenato la violenza. Il piccolo è nato prematuro, di trenta settimane, con un emangioendotelioma, un raro tumore che provoca gravi problemi respiratori. “Abbiamo convocato il padre subito dopo la nascita – spiega la dottoressa – per parlare del percorso terapeutico e del delicato intervento a cui dovevamo sottoporre il piccolo. E’ stato un approccio multidisciplinare, che coinvolge un’intera equipe e durante il quale abbiamo prospettato tutte le difficoltà a cui si andava incontro. Purtroppo, dopo il decesso del bambino, abbiamo dovuto nuovamente convocare il padre, che dopo la notizia ci ha aggredito. La situazione è degenerata, io e i colleghi siamo stati malmenati, un medico ha avuto trenta giorni di prognosi. Siamo tornati al lavoro con la sensazione di non essere capiti, siamo delusi”.

“Nessuno ci toglierà la passione per questo lavoro – prosegue la dottoressa Pelizzo – ma è necessario più che mai comprendere il nostro lavoro. Noi puntiamo a “prenderci cura” dei bambini, non solo a “curarli”, che è diverso. Per questo consideriamo a 360 gradi i vari casi, sia dei piccoli pazienti che dei genitori, non tralasciando mai l’aspetto psicologico, morale ed emotivo. Ciò perché anche noi siamo genitori – sottolinea – ma soprattutto perché ci occupiamo di chirurgia, uno dei settori più delicati, che punta all’alta qualità e specializzazione”.

Ma a distanza di ventiquattro ore, la paura è tornata all’ospedale di Villa Sofia, dove ieri un medico è stato colpito a colpi di casco. Giuseppe Polizzotti, che era di turno nel reparto di Chirurgia, è finito nel mirino familiare di un paziente che era ricoverato in osservazione. Il parente del malato ha aggredito prima verbalmente il medico poi lo colpito alla schiena con il casco. Il paziente ricoverato era in attesa di essere trasferito nel reparto.

Una escalation senza fine che nei giorni scorsi è stata alimentata dall’ennesima aggressione avvenuta al Civico di Partinico e nell’ufficio Anagrafe dell’Asp di Carini, dove una dipendente è stata trascintata per i capelli e picchiata. “La recrudescenza di aggressioni violente nelle strutture sanitarie siciliane ci impone una seria riflessione su un fenomeno che ha assunto livelli allarmanti. E’ intollerabile che professionisti debbano, nel proprio posto di lavoro, essere esposti a tali rischi ed è altrettanto inqualificabile il metodo di chi intende farsi ragione con la violenza – ha detto il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, dopo l’ennesimo caso di violenza nelle strutture sanitarie – . Ho scritto ai nove prefetti della Sicilia, chiedendo loro di convocare al più presto possibile i rispettivi Comitati per l’ordine e la sicurezza pubblica, per discutere in quelle sedi le opportune soluzioni per fronteggiare una vera e propria emergenza. A nome mio, e di tutto il governo regionale, desidero esprimere solidarietà a quei lavoratori offesi dalla violenza: un atteggiamento sempre e comunque ingiustificabile”.

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Ad intervenire anche i sindacati: “Dopo l’ennesima aggressione negli ospedali siciliani, finalmente è arrivata la presa di posizione del Governo Musumeci. Ci sono voluti anni di denunce alle varie prefetture e numerose richieste di attenzione da parte di questo sindacato”, dichiara Calogero Coniglio Segretario Regionale della Fsi-Usae, Federazione Sindacati Indipendenti organizzazione costituente della confederazione Unione Sindacati Autonomi Europei.  Una situazione ormai allarmante che necessita di una soluzione. Come sindacato esprimiamo solidarietà a quei lavoratori, infermieri, medici, tecnici, oss e ausiliari, offesi dalla violenza e ci associamo a quanto dichiarato dal presidente Musumeci che ha scritto ai nove prefetti della Sicilia, chiedendo loro di convocare al più presto possibile i rispettivi Comitati per l’ordine e la sicurezza pubblica, per discutere in quelle sedi le opportune soluzioni. Bisogna fronteggiare questa vera e propria emergenza”.

 

 

 

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10 Aprile 2018, 16:49

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