Cronaca

Doppio agguato a Riposto, nove arresti |Tentato omicidio per un debito da 200 euro

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22 Luglio 2014, 08:59

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GIARRE. Sono bastate due settimane ai carabinieri della Compagnia di Giarre, coordinati dal sostituto procuratore di Catania Marco Bisogni e supportati dal Gruppo d’investigazione sulla criminalità organizzata delle Fiamme gialle di Catania, per ricostruire dinamica e collegamenti dei due agguati compiuti lo scorso 6 luglio a distanza ravvicinata l’uno dall’altro.

LE INDAGINI. La domenica di fuoco nel comprensorio ionico inizia poco prima delle 17 quando a Mascali il pregiudicato Sebastiano Flori viene raggiunto alla gamba da un colpo di arma da fuoco. L’arrivo della vittima in ospedale da il via all’indagine dei carabinieri. L’uomo racconta di essere rimasto ferito davanti ad un bar del comune ionico ma la versione viene smentita poco dopo dai fatti. Nessuna traccia di sangue viene infatti rinvenuta davanti a quel bar. La sparatoria si è consumata davanti la casa di Flori. Una frenetica attività investigativa consente ai militari di ipotizzare successive ritorsioni. Un’ipotesi che si concretizza dopo appena sei ore. I carabinieri sono appostati a Riposto nelle vicinanze dell’abitazione del 25enne Luigi Falzone, sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale, quando poco dopo le 23 due auto, una Bmw ed una Daewoo Matiz, transitano dalla via Etna. Da quest’ultima vettura partono in rapida successione quattro colpi di pistola calibro 7,65. Nessuno dei proiettili, sparati ad un’altezza di 80 centimetri da terra, colpisce la vittima designata, seduta in quel momento sul gradino all’ingresso della propria abitazione. I carabinieri della Compagnia di Giarre inseguono le due vetture fino a Giarre. In via Alfieri la Matiz con a bordo tre uomini si introduce in un locale seminterrato, la Bmw si ferma all’ingresso agevolando la fuga dei complici. I carabinieri arrestano in flagranza di reato con le accuse di tentato omicidio, porto abusivo di arma da sparo e resistenza a pubblico ufficiale, il 44enne Leonardo Parisi, ritenuto affiliato al clan Laudani, il 25enne Remo Arcarisi ed il 31enne incensurato Giovanni Trovato.

La vittima dell’agguato, intanto, condotta in caserma dichiara di non essersi accorta di nulla e di non aver sentito nemmeno i quattro colpi di arma da fuoco. Una reticenza sin da subito sospetta. Quella stessa notte Luigi Falzone viene sottoposto all’esame dello stub.

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L’AGGUATO A RIPOSTO. Nel corso dell’udienza di convalida dei tre arresti, davanti al Gip Loredana Pezzino, spuntano dei filmati e delle intercettazioni. Si capisce che l’indagine sul duplice agguato si è incrociata con un’altra, forse più ampia, condotta dalle Fiamme Gialle di Catania. Una cimice piazzata all’interno della Bmw usata dal commando capta, secondo l’accusa, inequivocabili conversazioni in merito all’agguato teso a Luigi Falzone. L’attività investigativa prosegue nel più stretto riserbo. Nel fine settimana successivo alle due sparatorie i carabinieri della Compagnia di Giarre eseguono due fermi di indiziato di delitto in 24 ore, il primo nei confronti di un 24enne, il secondo invece nei confronti del 34enne Salvatore Musumeci. Per l’accusa sono due dei tre complici sfuggiti all’arresto il 6 luglio, dopo aver abbandonato la Matiz in via Alfieri. Il Gip convalida anche i due fermi. Adesso manca un ultimo tassello per completare il puzzle. Dopo cinque giorni un nuovo fermo di indiziato di delitto raggiunge il 26enne Andrea Spanò. Il giovane avrebbe avuto la disponibilità della Matiz dalla quale sarebbero partiti i proiettili. Proprio questa mattina si è tenuta l’udienza di convalida davanti al Gip. Con i tre arresti in flagranza ed i successivi tre fermi i carabinieri della Compagnia di Giarre chiudono il cerchio sull’agguato di Riposto.

L’AGGUATO A MASCALI. All’alba di oggi altri nuovi fermi di indiziato di delitto raggiungono tre ripostesi: il 34enne Giuseppe Castorina, il 33enne Liborio Previti e il 25enne Luigi Falzone. Quest’ultimo, vittima del secondo agguato, sin da subito viene ritenuto il presunto autore della prima sparatoria a Mascali, ai danni di Sebastiano Flori. Le intercettazioni disposte sul telefono di quest’ultimo confermerebbero le ipotesi. Sarebbe stato, infatti, la vittima del primo agguato ad aiutare gli investigatori a risalire in tempi brevissimi al commando. L’uomo in una delle conversazioni captate avrebbe fatto al suo interlocutore i nomi degli uomini che lo avrebbero colpito. I proiettili contro Luigi Falzone sarebbero stati solo una delle ritorsioni programmate contro il gruppo di fuoco. Per gli altri due, Giuseppe Castorina e Liborio Previti, erano stati pianificati degli atti incendiari ai danni delle loro vetture. Una vendetta che non sarebbe poi stata portata a compimento, così come la possibile pericolosa escalation di violenza, per l’immediato intervento dei militari della Compagnia di Giarre.

IL MOVENTE. A muovere l’uno contro l’altro i due gruppi vicini ai clan Santapaola e Laudani, a lungo in pace, sarebbe stato un debito di meno di duecento euro. Un lavoro edile mai saldato avrebbe scatenato, dopo feroci discussioni, un fuoco incrociato a cui da anni non si assisteva nel comprensorio ionico. Un movente dietro il quale però potrebbero nascondersi nuovi spostamenti e assetti all’interno della consorteria criminale locale.

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22 Luglio 2014, 08:59

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