Dormitori, solidarietà, volontari | I poveri al tempo del Coronavirus

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12 Marzo 2020, 16:41

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PALERMO – L’appello sacrosanto è ripetuto ovunque: “Restate a casa”. L’isolamento è l’unico modo per spezzare la morsa del Coronavirus. E chi, purtroppo, una casa non ce l’ha? E gli homeless costretti a dormire, loro malgrado, sotto le stelle? E le persone sole, recluse per il loro bene, ma senza nessuno che gli faccia nemmeno la spesa?

“Ci stiamo mobilitando – dice Giuseppe Mattina, assessore del Comune di Palermo alle Attività sociali -. Abbiamo aumentato i posti in dormitorio per i clochard con tutte le precauzioni del caso. Sempre con la massima cautela, i nostri volontari continuano ad andare in giro, mai più di due alla volta. Poi ci stiamo organizzando per aiutare i soli o le famiglie in difficoltà, con il banco alimentare e la protezione civile. Ci troviamo davanti a un problema inedito, di cui non abbiamo esperienza, riusciremo a venirne fuori. Abbiamo chiesto alle associazioni che operano sul territorio di fornirci dei volontari da istruire con un corso di formazione per affrontare questa dura salita”.

E che sia impervia l’ascesa nei giorni della quarantena necessaria lo dimostrano le parole di Renzo Messina, anima della Comunità di Sant’Egidio. “Stiamo riflettendo sul da farsi – dice Renzo -. Non abbandoneremo chi sta male, ma dovremo muoverci con la massima sicurezza, magari cominciando ad aiutare gli anziani che devono restare nella loro abitazione”.

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Intanto, una nota, dalla Missione Speranza e Carità che fa capo al missionario laico Biagio Conte chiarisce bene la complessità del frangente: “Vogliamo adeguarci a quello che dicono le direttive sia istituzionali sia ecclesiali, tenendo presente la precarietà in cui viviamo. Continueremo a pregare ognuno di noi in forma personale per dare conforto e speranza affinché si debelli questo Coronavirus e i tanti mali che ancora oggi soffocano, schiacciano questa umanità. Rivediamo tutti gli errori commessi, soprattutto quelli dell’egoismo e dell’indifferenza. Riconosciamo che vince il Buon Dio non il Coronavirus. Ma vi chiediamo aiuto e collaborazione affinché non abbandoniamo i più deboli e chi ci invoca soccorso. In questo momento di grande emergenza è doveroso stare uniti : istituzioni, chiesa, le diverse religioni, i vari popoli, chi crede e chi non crede. Dobbiamo essere più solidali alle varie professioni, al mondo del lavoro, agli operatori sociali, alle scuole e a tutti gli ammalati i medici, gli infermieri e i volontari. Incoraggiamo tutti i bambini e i giovani e anziani penalizzati nella loro libertà”.

Perché ci vuole coraggio ad attraversare una notte tanto oscura. Ma questa notte, prima o poi, passerà.

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12 Marzo 2020, 16:41

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