08 Marzo 2010, 17:31
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Numonyx, Siteco, Italtel, Fincantieri, Rodriquez. Sono alcuni dei punti di crisi dell’industria metalmeccanica in Sicilia, dove, secondo la segretaria regionale della Fiom Giovanna Marano, la madre di tutte le vertenze rimane la Fiat di Termini Imerese, con 2.300 lavoratori appesi a un filo. Nella sua relazione al congresso regionale della Fiom, che domani a Termini Imerese eleggerà gli organismi, Marano ha fornito numeri e cifre della crisi, definendola “un bollettino di guerra”.
A Palermo, dove la cassa integrazione ordinaria è raddoppiata e quella straordinaria quadruplicata, c’è preoccupazione per gli oltre 200 lavoratori dell’Italtel di Carini, in contratto di solidarietà e per le 220 tute blu della Keller, di nuovo in cassa integrazione fino a dicembre di quest’anno, in assenza di commesse e di un piano industriale. Il possibile trasferimento di alcuni lavori in Croazia fa temere per il futuro della Fincantieri, dove scarseggiano ormai da tempo i carichi di lavoro. Gli impegni della Regione per gli investimenti sui bacini di carenaggio, di cui è proprietaria, non sono stati concretizzati e il rilancio mancato ritarda il recupero di competitività”.
Anche nelle altre province le statistiche sono pesanti. Il futuro del gruppo STMicroelectronics è un’incognita. La prossima chiusura di alcune produzioni rischia di provocare esuberi tra 3.900 dipendenti diretti. “La joint venture con Enel e Sharp per lo sviluppo del settore fotovoltaico è stata avviata con l’annuncio di centinaia di assunzioni, ma – dice Giovanna Marano – nessun piano industriale, al momento, le garantisce. Nel frattempo, Stm ha ceduto un ramo d’azienda, la Nunonyx, alla multinazionale americana Micron Technology, senza nessuna tutela per i 409 lavoratori”. Oggi scade la cassa integrazione straordinaria per i 160 dipendenti della Sat; i lavoratori presidiano da un anno la fabbrica per evitare che i macchinari vengano ceduti in assenza di una valida ipotesi per il loro reimpiego. Hanno chiuso i battenti diverse aziende, come Sogit, Anteo, Cables Factory.
Complessivamente 138 posti di lavoro persi. La Elmec, i cui lavoratori costituiti in cooperativa hanno rilevato l’azienda, aspetta dalla Regione risposte sulle agevolazioni per nuove assunzioni”. “Colpita pesantemente dalla recessione anche l’industria di Messina – afferma Marano – Arranca la cantieristica navale, fino a oggi volano dell’economia locale. Per i Cantieri Rodriquez, del gruppo di Roberto Colannino, si paventa una possibile cessione”. I 95 lavoratori metalmeccanici sono in cassa integrazione straordinaria a zero ore, per un anno. L’azienda ha già chiesto la deroga per altri sei mesi.
Stesso discorso per la Aicon yachts, gruppo che produce imbarcazioni di lusso, in crisi da un anno, che fa ricorso a cassa integrazione e contratti di solidarietà. Sessanta tute blu della ex Smeb, aspettano ancora di essere riassorbite dai Cantieri navali Palumbo. Rilancio in ritardo per le Acciaierie Duferdofin. Nel siracusano, la Siteco, azienda che lavora nella costruzione di pale eoliche, ha messo in cassa integrazione 240 dipendenti a causa del blocco imposto dalla Regione. I 170 lavoratori della SFI, Società forniture impianti, che opera nella manutenzione del petrolchimico, sono in cassa integrazione straordinaria da un anno
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08 Marzo 2010, 17:31