Da 20 anni è il signore della droga | Drago Ferrante e il mister di calcio

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01 Ottobre 2019, 19:57

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PALERMO – Sono ormai vent’anni che la cronaca giudiziaria si occupa di Salvatore Drago Ferrante. Quando ci sono di mezzo i traffici internazionali di cocaina spunta il suo nome. A Drago Ferrante, raggiunto oggi da una nuova ordinanza di custodia cautelare su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, è riuscito il piano in cui hanno fallito tanti boss della nuova mafia: attivare un canale diretto con i grossisti sudamericani della droga, affrancandosi dall’intermediazione dei calabresi e dei campani.

La prima volta lo pizzicarono nel 2011. Da Bagheria era partito per Milano e da qui alla volta di Parigi. Dall’Hotel Hilton della capitale francese era andato via con un passaporto falso con il quale era stato registrato nella lista dei passeggeri in partenza per Amsterdam. Nella città olandese aveva affidato un pacchetto ad un insospettabile elettricista siciliano con il compito di trasportarlo in Sicilia.

Si diedero appuntamento a Messina. Da qui con due macchina si spostarono a Baucina, in provincia di Palermo. I carabinieri li bloccarono appena usciti da una villa. In macchina c’era un carico di cocaina. Tre anni dopo si scoprì che dietro c’era un piano molto più complesso. Drago Ferrante, legato alla cosca mafiosa di Brancaccio ai tempi del boss Giuseppe Guttadauro, faceva parte dell’organizzazione che reclutava gente incensurata e piena di debiti affidandogli valigie cariche di cocaina purissima da trasportare da Buenos Aires e a Palermo.

Alla vigilia della condanna, nel 2005, di Drago Ferrante, che attese la sentenza a piede libero, non c’era più traccia. Lo arrestarono dopo pochi mesi di latitanza ad una fermata della metropolitana di Milano. E così è rimasto in carcere fino al 2015, quando gli sono stati concessi gli arresti domiciliari. Una volta fuori dal carcere, rientrato a Milano, è tornato ad occuparsi di droga.

Ancora una volta ha scelto degli insospettabili, come Calogero Rio, una delle persone raggiunte ieri da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Per tutti Rio era “il mister”. Ufficialmente faceva l’allenatore di calcio, ma era una pedina dello scacchiere di Drago Ferrante. Rio avrebbe partecipato all’importazione di 4 chili e 700 grammi di cocaina dall’Argentina alla Sicilia. Un affare saltato per l’arresto nel 2015 a Buenos Aires di Francesco Garifo. Non si trattò dell’unico carico mai giunto a Palermo.

È nella fase dei preparativi che sarebbe entrato in gioco il “mister”. Nato a Termini Imerese, 57 anni fa, Rio ha militato in tante squadre di Promozione, Eccellenza e Serie D, tra cui Termitana, Nissa e Casertana. Dal calcio giocato era poi passato al ruolo di allenatore. Termitana, Cephaledium, Grotte e Atletico Caltavuturo sono solo alcune delle panchine su cui si è seduto.

Salvatore Drago Ferrante

Drago Ferrante parlava di Rio con Emiliano Pasimovich, pure lui arrestato due anni fa: “… quando arriva il mister… fai una cosa prendi questi che ti consegna tutto eh… i 28 te li tieni per te, vai in quello di là ti fai dare il biglietto per come era stato fatto e mi devi fare la cortesia lo rifai se ci sono 200/300 euro di differenza mi dici mandami una West Union che non c’è problema…”. Secondo i pm, i due stavano parlando dei 28 mila euro che servivano per compare la droga. Rio sarebbe stato l’uomo incaricato di trasportare il denaro in Argentina. I primi di ottobre fece rientro a Palermo. I soldi li aveva consegnati, ma della cocaina non c’era traccia. Una circostanza mai chiarita.

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01 Ottobre 2019, 19:57

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