Droga dalla Francia fino a Gela | Sette arresti nel blitz ‘Odissea’

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29 Gennaio 2015, 09:20

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GELA (CALTANISSETTA)  – Gela era l’ultimo anello di una catena di città legate da una fitta rete di spaccio di droga, prima che venisse distribuita e venduta nelle zone dell’agrigentino. Lo hanno accertato i carabinieri del reparto territoriale della città del golfo, guidati da Valerio Marra, che hanno stroncato un fiorente mercato di stupefacente che partiva dalla Francia e passava dalla Liguria prima di arrivare in Sicilia nelle mani dei presunti spacciatori. I militari hanno anche ricostruito le fasi degli scambi, che qualche volta, hanno toccato anche la Calabria e la città di Palermo.

Sette gli arresti compiuti la scorsa notte. Un blitz che ha sgominato una banda composta dai gelesi Luigi Brigadieci, 44 anni; dai fratelli Emanuele e Giuseppe Marino, rispettivamente di 56 e 60 anni; Rosario Perna, di 34 anni. In manette anche Salvatore Panarisi, 60 anni di Realmonte; Gaspare Valenti, favarese di 47 anni; il romeno Mihai Daniel major, 34 anni residente a Mentone, in Francia, e catturato stanotte a Ventimiglia.

L’operazione è stata battezzata “Odissea”, prendendo spunto dai lunghi viaggi che gli arrestati compivano e dal soprannome di Brigadeci “Polifemo”, per via di una cicatrice sulla fronte. Le indagini hanno avuto inizio nel Marzo 2012, quando i Carabinieri durante un posto di blocco alla periferia di Gela intimarono l’alt a Giuseppe Marino. In quella occasione l’uomo fu trovato in possesso, e per questo fermato, di 20 kg di hashish, la droga principalmente trattata nel mercato, appena acquistata da Palermo. Stessa sorte toccò al fratello Emanuele nel settembre 2011″ l’uomo fu bloccato in Liguria, regione in cui viveva da anni, poiché a bordo dell’auto sulla quale viaggiava i militari scoprirono 30 Kg di hashish.

Secondo l’accusa il sodalizio era retto dai fratelli Marino che avvalendosi della complicità del nipote Rosario Perna, uomo di fiducia per la gestione dei contatti con i fornitori della Francia, tra cui il rumeno Mihai Daniel Major, facevano arrivare lo stupefacente a Salvatore Panarisi e Gaspare Valenti per la vendita al dettaglio. Quest’ultimo è accusato solo di detenzione ai fini dello spaccio. I gelesi inoltre avevano il compito di gestire il controllo del trasporto della droga dall’estero e dal nord Italia. La banda si muoveva attraverso le segnalazioni del rumeno Major con auto noleggiate o sapientemente modificate con la creazione di un doppio fondo all’interno del quale la sostanza veniva nascosta, attraversando zone, a loro dire, poco controllate dalle forze dell’ordine.

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La compravendita della sostanza da parte dei fratelli Marino sarebbe stata finanziata dall’imprenditore gelese Luigi Brigadeci, titolare di una rivendita di farina e derivati, già noto alle forze dell’ordine perché legato alla Stidda ed in passato accusato di associazione di stampo mafioso. La droga una volta giunta a Gela veniva rivenduta agli agrigentini Panarisi e Valenti che, disponendo di una enorme quantità di denaro, la pagavano fino a 2300 euro al chilo e non ne compravano mai quantità inferiori a venti chili.

Le indagini, protrattesi per più di un anno, hanno fatto registrare 11 episodi di traffico ed altrettanti incontri con cambi di auto, tra gli arrestati che dialogavano utilizzando un linguaggio criptato: frequenti le parole “tende”, “camion” e “furgoni”. Gli arrestati, che hanno subito anche perquisizioni domiciliari, sono ora a disposizione dell’autorità giudiziaria e rinchiusi in varie carceri d’Italia tra cui Gela, Agrigento e Vasto.

 

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29 Gennaio 2015, 09:20

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