17 Gennaio 2013, 09:10
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MESSINA– Il rione Mangialupi al centro, da lì si diramavano due organizzazioni, collegate tra loro, che si spartivano due diversi settori del crimine: furti in appartamenti e traffico di droga. Con l’operazione ‘Savana’, i carabinieri della compagnia Messina centro, nucleo investigativo, al comando del capitano Ivan Boracchia, hanno arrestato 11 persone, su ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Giovanni De Marco, richiesta dai sostituti procuratori della Dda, Giuseppe Verzera e Maria Pellegrino. Un padre, Alessandro Cutè,55 anni, secondo le indagini, gestiva il settore furti; un figlio, Antonino Cutè, 34 anni, si occupava di quello della droga. Capillare, in entrambe le sezioni del crimine, l’attività.
L’organizzazione capeggiata da Alessandro Cutè, infatti, non badava a spese da trasferta. Per i furti, i componenti la banda, da Messina si spostavano nell’intera provincia peloritana, sino a raggiungere Catania. Obiettivo prescelto erano ville o case di campagna, disabitate e isolate. Al mattino lasciavano un segnale sulla porta, un depliant pubblicitario che, se ancora nella stessa posizione a sera, indicava che nessuno dei proprietari era sopraggiunto nel frattempo. Il furto era programmato in ogni tappa. La prima: sopralluogo mattutino dell’immobile, per valutarne il contenuto in arredi; la seconda: visita notturna di una vera e propria squadra di “traslocatori”, per smontaggio dei mobili di valore e collocazione su apposito camion per il trasporto. Il sopralluogo del mattino, inoltre, serviva anche per un “prelievo campione” dei mobili. Campione (ad esempio un cassetto) che veniva sottoposto alla valutazione di esperti del settore antiquariato. Se c’era l’ok del ricettatore si passava alla seconda fase.
Un giro d’affari notevole, specie perchè i furti avevano cadenza giornaliera. Da aprile a dicembre 2008, periodo d’indagine dei carabinieri, ne sono stati accertati 34. Pochi tentati, molti portati a segno. Sono parecchi gli antiquari indagati per ricettazione nell’operazione Savana. La merce “rifiutata” dai ricettatori, veniva posta in vendita nei mercatini d’antiquariato della Sicilia. E’ nello stesso contesto di indagini che i carabinieri hanno scoperto l’altro settore, con base sempre al rione Mangialupi: il traffico di droga gestito a livello familiare. Cocaina, eroina, hashish e marijuana , acquistate in Calabria, andavano a rifornire, oltre Messina, anche Enna.
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17 Gennaio 2013, 09:10