PALERMO – Quattro piazze di spaccio a Borgo Nuovo, Cep e Cruillas e un unico gruppo di lavoro.
A guidarlo, secondo l’accusa, sarebbe stato Salvatore Paolo Cintura, a cui è stata inflitta la pena più pesante fra tutti i 17 imputati del processo.
Al suo fianco avrebbe agito il fratello Giuseppe, considerato il grossista della droga. A sua volta quest’ultimo sarebbe stato spalleggiato da Mirko Cannariato, sposato con una cugina dei fratelli Cintura.
A Salvatore Giuliano, invece, sarebbe stato delegato il compito di fornire quattro piazze: via Giuseppe Cammarano, via Filippo Paladini ad angolo con via Barisano da Trani, piazza Benvenuto Cellini e piazza Lampada della Fraternità.
Trentacinque anni, pregiudicato, soprannominato “Buddha” o “u pacchiuni”, Salvatore Giuseppe Cintura era stato definito dai carabinieri il “dominus”.
Le indagini
L’indagine della Procura di Palermo si era sviluppata fra il 2020 e il 2021, periodo in cui Cintura si trovava agli arresti domiciliari nella sua abitazione nel quartiere Cep. Era autorizzato ad andare a lavorare in un bar ed invece avrebbe gestito gli affari illeciti.
Lo spaccio di droga, i furti e i soldi spillati ai proprietari per la restituzione dei mezzi rubati, il traffico dei metalli: Cintura avrebbe retto i fili. Si muoveva come un mammasantissima nel quartiere.
A lui si rivolgevano per ogni necessità. Come la mamma che non riusciva a dormire per gli schiamazzi notturni: “Siccome io qua ho un problema… fanno bordello la notte ed io ho i bambini che dormono presto”. “Va bene più tardi ti mando un amico mio”, rispondeva Cintura.
Un ragazzino diceva in giro che “era stato autorizzato a toccare le auto” dal fratello di Salvatore Paolo Cintura, Giuseppe: “Mi ha dato il permesso, tanto lui e suo fratello sono la stessa cosa”.
“U pacchiuni” reagì in maniera veemente: “A mio fratello gli devo infilare la m… in bocca. Ora tu lo vai a prendere e lo porti che io gli stacco la testa”.
Il ladruncolo fu convocato: “Non toccare niente al Michelangelo perché ti svito il cervello… te le vai a rubare a Borgo Nuovo le macchine che non sono competenza nostra”.
“Neanche a Cruillas?”, chiedeva il giovane. Risposta: “Tu basta che non le tocchi al Michelagelo, a me di Cruillas non mi interessa niente”.
Chi sbagliava subiva punizioni fisiche. Come il giovane che si era fatto beccare sotto casa di Cintura, mettendo a rischio gli affari: “Gliel’ho fatto ammazzare a mio fratello a pugni in bocca… lo hanno sorpreso i carabinieri qua dentro, davanti la porta che chiamava “signora lo chiama a Salvà…?. Si è fatto fermare dalla polizia qua”.
Cintura poteva contare sull’amicizia dei fratelli Danilo e Massimiliano Jari Ingarao figli del boss Nicola, assassinato nel 2007 su ordine dei Lo Piccolo, che prima di essere arrestati e condannati facevano la voce grossa a Borgo Vecchio.
Le condanne
Queste le pene inflitte dal giudice per l’udienza per eliminare Carmen Sallustro: Salvatore Paolo Cintura 19 anni e 10 mesi, Salvatore Bevilacqua 11 anni otto mesi, Mirko Cannariato 12 anni, Giuseppe Cintura 11 anni e 6 mesi.
E ancora: Pierpaolo Davì 3 anni, Giuseppe Di Francesco 6 anni, Salvatore Giuliano 16 anni e 6 mesi, Giuseppe Guttuso 2 anni e 6 mesi, Bartolomeo Militello 2 anni e 6 mesi, Giovanni Montagnino 5 anni otto mesi, Michele Patriziano 3 anni e otto mesi, Girolamo Rao 2 anni e due mesi, Francesco Paolo Reina 2 anni e otto mesi, Giuseppe Reina 3 anni (difeso dall’avvocato Elena Gallo per lui la richiesta era molto più pesante e da ieri gli sono stati concessi gli arresti domiciliari), Giuseppe Oneri 2 anni e 4 mesi, Andrea cintura 4 anni e 6 mesi.