14 Agosto 2015, 07:00
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PALERMO – “Alla fine non sai più di che diavolo ti fai”, dice un investigatore che lavora da vent’anni alla Narcotici. Pasticche, liquidi, polveri: sono centinaia le droghe sintetiche oggi in circolazione. La loro composizione cambia in continuazione e così diventano un nemico sconosciuto persino per i medici e gli esperti in trincea per salvare chi le assume.
Le conseguenze sono estreme e senza biglietto di ritorno. Ce lo dimostra la storia di Ilaria Boemi uccisa – secondo le prime ricostruzioni – da una dose di ecstasy. Guai a catalogare quanto accaduto come l’insano gesto di una ragazzina di 16 anni. Non lo stanno facendo di certo i magistrati della Procura di Messina e gli agenti della Squadra mobile guidati ad Giuseppe Anzalone. Guai a credere che il caso sia stato risolto individuando la ragazza appena maggiorenne che avrebbe comprato la droga dallo spacciatore e un’altra, sedicenne come la vittima, che materialmente avrebbe ceduto la dose a Ilaria. La catena della morte arriva molto più in alto, fino a spacciatori, corriere e trafficanti. La roba che ha ucciso la giovane messinese potrebbe arrivare anche da un paese straniero – alcune droghe si comprano nel suk del web – ma è in città che è stata spacciata. È accaduto a Messina, ma può accadere e accade anche in altre città siciliane, visto che anche la Rete ha finito per accorciare i confini. L’allarme più recente è giunto dall’Ungheria, dove nei locali notturni circola una pillola con inciso il logo di Facebook.
Gli ultimi dati ufficiali risalgono all’anno scorso quando una relazione consegnata al Parlamento fotografò che i consumi di droghe sintetiche sono molto più diffusi in altre regioni d’Italia. Le statistiche al contempo, però, confermano che se ne fa uso anche a casa nostra. E lo dimostrano, non solo morte di Ilaria, ma anche le operazioni di carabinieri e polizia. Solo per citare gli ultimi esempi, la cronaca a marzo scorso ci ha raccontato di un rave party, con inviti via Facebook, organizzato in una villa nelle campagne di Assoro, nel Nisseno. Il bilancio del sequestro fu di 59 dosi di cocaina, 27 di hashish, 14 di morfina, 7 di marijuana, 4 pasticche di ecstasy, 6 flaconi di popper. Qualche mese prima furono fermati un messicano e la sua compagna rumena che, a detta degli investigatori, stavano organizzando il lavoro per i mesi estivi. Erano pronti a riempire le isole siciliane, meta delle vacanze, di MDMA, il composto semi sintetico più comunemente noto come ecstasy. A Palermo un paio di anni fa, due narcos al soldo della mafia canadese, poi crivellati di colpi e fatti ritrovare bruciati nelle campagne di Casteldaccia, si erano stabiliti in provincia per organizzare traffici, da e per l’America, di oxycodone.
Mille e trecento pillole furono intercettate dentro una confezione di bagnoschiuma all’ufficio meccanografico di Palermo dove viene smistata la posta in uscita dal capoluogo siciliano. Erano farmaci che contenevano sostanze oppiacee usate per confezionare droghe sintetiche che vanno a ruba nel mercato americano, nonostante una sola pasticca possa essere venduta anche cento dollari. Era lo stesso periodo in cui, nella centralissima piazza Sturzo, a Palermo, due giovani poco più che ventenni e incensurati furono beccati a vendere sostanze psicostimolanti: metanfetamine e ketamina. Quest’ultima è una sostanza allo stato liquido che, a contatto con l’aria, si cristallizza fino a sembrare sale. Si usa come anestetico nella chirurgia veterinaria ed invece, per giovani meno giovani, è anche uno psichedelico molto potente.
Superman, Batman, Playboy: dietro nomi apparentemente innocui si nasconde la morte. Acidi, psicofarmaci, anfetamine, persino il viagra fanno parte di miscugli micidiali venduti a cifre che variano da 6 euro a 20 euro. Le conseguenze sono devastanti: infarto, ipertensione, ictus celebrale, allucinazioni, cecità temporanea, aritmia cardiaca, attacchi epilettici, stati paranoici. Una galleria dell’orrore che può essere riassunta in una sola parola: morte. La morte che ha spento il cuore e il cervello di Ilaria. È accaduto a Messina, ma può ripetersi in ogni angolo della nostra Sicilia.
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14 Agosto 2015, 07:00