03 Giugno 2019, 19:17
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PALERMO – Il telefono degli spacciatori era attivo h24. Ed era uno squillare continuo. Dal rione Ballarò partivano le consegne a domicilio in tutta la città. Più di un chilo e mezzo di droga piazzata ogni mese fra cocaina, hashish, marijuana. I clienti erano fidelizzati e ottenevano sconti e pagamenti rateali.
Un anno fa il blitz, ad opera della sezione Falchi della Squadra mobile di Palermo, oggi la sentenza. Le condanne decise dal giudice per l’udienza preliminare Marcella Ferrara sono meno pesanti delle richieste della Procura perché è stata riconosciuta l’esistenza di una forma ridotta di associazione a delinquere, finalizzata a commettere episodi di spaccio che persi singolarmente son stati considerati di lieve entità.
Ecco le pene: Eduardo Premuda, (8 anni); Natalina Valenti (3 anni e 2 mesi), Stefano Premuda (3 anni e 4 mesi); Alessandro Filippone, (4 anni e 8 mesi); Jessica Premuda (3 anni e 4 mesi); Maria Assunta Perricone (due anni e 4 mesi); Vito Valenti (8 anni); Vincenzo Valenti (4 anni e 8 mesi); Cristian Valenti (3 anni); Ornella Leto (3 anni e 8 mesi); Giuseppa La Cara (un anno, difesa dall’avvocato Rosario Loria, è l’unica per cui è caduta totalmente l’accusa di associazione a delinquere).
Il cliente chiedeva “mezza birra” o una “coca” e il pusher saliva sullo scooter per la consegna a domicilio. Impiegati, studenti, operai, professionisti: era variegata la platea di consumatori.
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03 Giugno 2019, 19:17