26 Aprile 2018, 13:15
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PALERMO – Venticinque articoli al giorno. Uno ogni mezz’ora. E tutto dovrà andare per il verso giusto. È questo il ritmo che dovrà “reggere” Sala d’Ercole se vorrà approvare la manovra finanziaria nei tempi previsti dalla legge.
Un conteggio preoccupante, visti i precedenti, che si fonda sostanzialmente su alcune certezze (anche queste, in realtà, pronte a sgretolarsi nelle prossime ore). La prima: la Finanziaria giunta in Aula, nonostante la dieta dimagrante imposta dal presidente dell’Ars Micciché sarà comunque costituita da un testo di quasi novanta articoli. La seconda: dalla commissione bilancio confermano anche in queste ore che insieme alla legge di stabilità – e al bilancio, ovviamente – verrà esaminato e approvato anche il cosiddetto collegato, un testo con le norme (alcune di queste vere e proprie riforme) inizialmente stralciate e che potrebbe approdare in Aula composto da una trentina di articoli. La terza: la road map ufficialmente indicata dal presidente dell’Ars: un no-stop ogni giorno dalle 9 alle 22, senza alcuna seduta “notturna”.
“Giovedì 26 – ha detto pochi giorni fa Miccichè affidando le dichiarazioni a un comunicato ufficiale – l’aula inizierà alle 10 e andrà avanti fino alle 22, ci fermeremo solo per la pausa pranzo. Dall’indomani, venerdì, inizieremo alle 9 e finiremo sempre alle 22, i lavori andranno avanti ogni giorno ad oltranza, dobbiamo approvare la manovra entro il 30 aprile, quindi se è il caso anche sabato e domenica”
Bisogna partire da qui. Anzi, bisogna partire da oggi. Perché in realtà il cronoprogramma di Miccichè è già saltato in aria, di fronte al primo ritardo. La seduta di oggi, infatti, era stata inizialmente fissata, nelle comunicazioni del presidenti, per le 10 del mattino. Poi, di fronte alle difficoltà di far quadrare i conti, ecco lo slittamento alle 13, quindi quello alle 14,30, in attesa che una Conferenza dei capigruppo indichi la nuova strada da seguire.
Fin dal primo giorno quindi bisognerà correre e recuperare il tempo già perduto. Per il resto, considerato che, tra ddl incardinati e il collegato in Commissione, si dovranno esaminare più di 120 articoli da qui al 30 aprile, la media è di circa 25 articoli al giorno. Stando alla tabella di Miccicè, si lavorerà per 13 ore al giorno. Sarà necessario, quindi, approvare qualcosa come un articolo ogni mezz’ora. In quella stessa Aula nella quale, in passato, si è stati capaci di discutere una intera giornata su uno o due articoli al massimo.
Insomma, tempi strettissimi. E quel “ritmo” ovviamente poggia sulle più ottimistiche previsioni. A cominciare dal fatto che le sedute comincino davvero, ogni giorno, alle 9 del mattino, si tratterebbe di un fatto più unico che raro per Sala d’Ercole. Poi bisogna dare per certo che davvero si lavorerà in Aula per 13 ore filate. E qui davvero deve andare tutto liscio. Ossia non si dovrà assistere a troppi interventi critici dell’opposizione o magari della maggioranza, non dovranno arrivare troppi emendamenti al testo (ad oggi sono più di 1.300), non dovrà essere necessario mai interrompere la seduta per, magari, riscrivere in commissione una norma, o convocare una Conferenza dei capogruppo, né rinviare la seduta stessa, magari, per l’assenza del numero legale.
Tutto deve girare come un orologio di precisione. E bisognerà correre davvero. A meno che, alla fine, i paletti fissati da Micciché finiscano per cadere uno dopo l’altro. A cominciare dalle sedute notturne, quelle in passato maggiormente indicate per l’approvazione di una pioggia di articoli, complice lo sfiancamento dei deputati ed escluse categoricamente dal presidente dell’Ars (“Potete metterci la mano sul fuoco” ha assicurato ai cronisti). E finendo con il termine dell’approvazione, che, tramite escamotage d’Aula, può essere “esteso” fino ai primi giorni di maggio. Ma si tratterà comunque di una folle corsa, per la Finanziaria arrivata snella, ingrassata presto e giunta a Sala d’Ercole in clamoroso ritardo.
AGGIORNAMENTO
La Conferenza dei capigruppo avrebbe deciso di contingentare i tempi per la discussione generale della Finanziaria. L’intento è quello di far durare questa prima parte dell’esame dei documenti finanziari non più di 5 ore. Intanto, in Commissione Bilancio si discute ancora il “collegato”: pare non ci sia accordo sulla questione Esa.
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26 Aprile 2018, 13:15