08 Marzo 2009, 17:07
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Molto dipenderà dai comportamenti da qui a fine campionato. Il due a zero colto come un frutto dolcissimo in terra toscana è un viatico che offre ragionevoli spunti di speranza.
Eppure, all’inizio c’erano stati presagi terrificanti di sventura. Palermo rattrappito nel suo accartocciamento psicologico, Viola spavaldi con i loro tambureggiamenti che hanno lasciato due tracce concrete sul taccuino: una velenosa saetta di Jorgensen che ha spizzato il palo ad Amelia battuto e un tiro sull’esterno di Gila dopo una sorta di veronica ai danni di un inebetito (nell’occasione) Bovo.
Probabilmente qui, gli uomini di Prandelli si sono imbaldanziti oltre il lecito. Hanno pensato che Liverani e compagni fossero un pugile suonato in attesa del colpo del ko che – dai e dai – il gol sarebbe comunque arrivato. La Fiorentina ha perso aggressività e si è messa a giochicchiare di fioretto. E il Palermo ha trovato il cordiale giusto per rianimarsi, per aggrapparsi alle corde di un primo tempo in sofferenza e per proporsi nella ripresa con piglio corsaro. Pronti, via. Cross radente di un ottimo Cavani, Viola in confusione, palo di Miccoli con annesso miracolo di Frey e golletto di Simplicio. Il brasiliano è apparso ben altra cosa rispetto alle ultime inguardabili prestazioni. Non ha corso a vuoto, si è proposto come un affidabile punto di riferimento per Liverani e ha trovato il modo di segnare e di rendersi pericoloso in un altro frangente. La Fiorentina, presuntuosa e ferita, si è lanciata in avanti con l’animo del nobile che intende prendersi una meritata rivincita dopo un’offesa inconcepibilmente plebea. Sicché, il raddoppio di Miccolinho (sponda di Cavani e uncino angolatissimo) è apparso come la logica conseguenza dell’umiltà dei rosa e della tracotanza della Viola. A quel punto – come si dice – non c’è stata più partita, o ce n’è stata davvero pochissima.
Ballardini ha rinforzato la linea Maginot con Kjaer, provocando l’incupimento di Miccoli, mentre Prandelli ammassava attaccanti su attaccanti alle frontiere dell’area, con poco sugo. E’ stato infatti il Palermo a sfiorare il raddoppio con Cassani e Simplicio. Mutu si è visto soltanto per un paio di contatti sospetti in area. Forse un rigore c’era. Ma, considerando il notissimo fair play del personaggio in questione, la mancata concessione è un’espiazione più che meritata.
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08 Marzo 2009, 17:07