01 Ottobre 2012, 07:02
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CATANIA – Nella Sicilia degli sprechi c’è un ente pubblico per la selezione di cavalli e asini da monta che si avvale della preziosa manodopera di 40 “palafrenieri” che costano 2,2 milioni di euro ogni anno. Ma i cavalli, presso la sede principale catanese, non ci sono da anni: sono stati trasferiti a Scordia, nella tenuta regionale immersa tra agrumi e palme dove vengono coccolati, serviti e riveriti. Lo rivela il nuovo numero di “S”, che dedica un’ampia sezione agli sprechi targati Sicilia: i palafrenieri, in servizio in un ente con oltre un secolo di storia, si occupano di badare al cavallo, di mantenerlo pulito ed efficiente, di pulire i box e di assicurare il benessere degli animali. Si occupano, o almeno dovrebbero: “Oggi – spiega il responsabile del Personale Michele Bentivegna – ci troviamo con un 50% di persone che hanno limitazioni fisiche dal punto di vista medico e attitudinale. C’è qualcuno che può soltanto fare portineria o rispondere al telefono”.
Il costo è esorbitante. “Due milioni e duecentomila euro – spiega il direttore Salvatore Paladino – per quaranta palafrenieri”. Si tratta di 55 mila euro a testa, ai quali si devono aggiungere i 60 mila euro lordi del direttore e il costo del consiglio di amministrazione di circa 4 mila euro al mese lordi, esclusi eventuali rimborsi. Il tutto per ottanta cavalli: il conteggio tiene in considerazione anche i puledri appena nati, per una “popolazione” complessiva che può variare di settimana in settimana. A conti fatti, dunque, nella tenuta in provincia di Catania ogni palafreniere, al netto degli infortunati, tiene a bada due equini. A spese nostre.
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01 Ottobre 2012, 07:02