31 Maggio 2014, 06:20
3 min di lettura
PALERMO – Le fiaccole sono state accese tra le lacrime, tra i ricordi di un ragazzo alto, allegro, solare e ancora pieno di sogni. Quello stesso volto sorridente era sulle magliette di decine di amici, conoscenti e familiari di Mario Biondo, il cameraman palermitano trovato senza vita nella sua casa di Madrid il 30 maggio scorso. A distanza di un anno esatto i familiari del giovane operatore tv morto in circostanze misteriose hanno organizzato una fiaccolata che ieri sera ha portato davanti al Teatro Politeama più di duecento persone che si sono poi mosse in corteo fino a piazza Verdi.
Hanno acceso tutte una candela sotto lo striscione che ribadiva ancora una volta la voglia di giustizie e verità su quanto successo in quell’appartamento elegante di Calle de La Magdalena. Santina e Pippo Biondo e i loro due figli non hanno infatti mai creduto all’ipotesi del suicidio con cui le autorità spagnole hanno messo un punto alla vicenda. La riapertura del caso da parte della Procura di Palermo per omicidio volontario ha ridato la speranza alla famiglia che ieri sera si è stretta in un lungo abbraccio e dice di attendere con ansia il 12 giugno, data in cui i magistrati voleranno in Spagna per ascoltare la moglie di Mario Biondo, la presentatrice Raquel Sanchez Silva.
“Lei dovrebbe essere qui con noi – ha detto la nonna del cameraman, Angela D’Alessandro – ma ormai siamo abituati alla sua assenza. Mio nipote, che era la mia vita, era felice quando la aveva conosciuta, sprizzava gioia da tutti i lati. Non avremmo mai pensato che in quel paese avrebbe trovato la morte. Questo dolore ci ha distrutto, siamo stati logorati da quello che è successo di cui ancora non sappiamo la verità. Quando penso ai tempi in cui era solo un bambino, a quando trascorreva le giornate a casa mia con la sua sorellina, non riesco a darmi pace”.
“L’ho visto crescere anch’io – ha aggiunto il cugino, Paolo Badalamenti -. Ricordo ancora quando da ragazzino mi dava una mano nel mio autolavaggio nella zona di via Oreto. Mario era umile, conosceva bene lo spirito di sacrificio e cosa volesse dire lavorare per guadagnarsi le cose. Tutto quello che è stato detto dopo la sua morte infanga la sua memoria e l’immagine stessa che abbiamo di lui. Viveva per la sua famiglia, aveva sani principi e aveva raggiunto tutti i suoi obiettivi: non si sarebbe mai tolto la vita”.
“L’ultima volta che l’ho sentito al telefono – prosegue la nonna – era gennaio. Gli avevo detto che secondo me doveva fare l’attore. Mario era bellissimo, aveva un sorriso travolgente. Lui si mise a ridere, mi prese in giro. Momenti che non torneranno mai più”. Sul fronte delle indagini, a contribuire potrebbero essere gli esiti ancora attesi della seconda autopsia effettuata sul corpo di Biondo. “Ma gli elementi più importanti – sottolinea l’avvocato della famiglia, Toni Palazzotto – potrebbero venire fuori dall’interrogatorio della moglie, che si è già contraddetta più volte poco dopo la morte di Mario. Ci sono delle incongruenze, a partire da quelle dell’orario del ritrovamento del cadavere, che vanno assolutamente chiarite. La colf ha infatti dichiarato di avere scoperto il corpo senza vita di Mario di pomeriggio, ma anche in seguito al viaggio a Madrid dei genitori, abbiamo saputo che la notizia della morte del ragazzo si era già diffusa durante la mattinata”.
Un mistero con il quale per i parenti del cameraman è impossibile continuare a convivere: “Sono certo che la verità verrà a galla – dice Angelo Abela, anche se ciò non servirà a riportarlo tra le nostre braccia, lo dobbiamo a Mario. La sua anima deve riposare in pace, sono sicuro che per lui sarà fatta giustizia”.
Pubblicato il
31 Maggio 2014, 06:20