Partirono le rondini? | No, tornarono i gabbiani

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17 Giugno 2009, 11:49

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Se ci fosse in giro un Pasolini saprebbe trarre segni certi dei tempi dalla ricomparsa dei gabbiani a Palermo. La scomparsa delle lucciole raccontava il passaggio di testimone da una storia all’altra. Cosa significa la crescita dei gabbiani? Un aumento di afflato poetico? Una rarefazione sublime dei sentimenti? Dovremo rileggere commossi “L’albatro” di Baudelaire in lingua originale? Calma. A parere di chi scrive il fatto da registrare è prosaicamente questo: i gabbiani seguono sovente la scia della munnizza, non solo le navi nei sonetti francesi. Ergo, più gabbiani è uguale a più munnizza. Il gabbiano del resto è un volatile insidioso. Evidentemente alto e sublime in cielo, quando plana a terra – dicono – diventa sordido e ghiotto di schifezze. Palermo sta dunque per diventare il ricovero di un esercito di gabbiani napoletani affamati. La munnizza è alle porte. Grazie alle vicende cigolanti del Coinres (il consorzio che dovrebbe occuparsi della raccolta di rifiuti), Bagheria e dintorni languono sommersi dal guano. Il vice sindaco Antonio Passarello ha disposto la chiusura di tutti gli uffici pubblici comprese le scuole di ogni ordine e grado. “La decisione è stata presa – afferma una nota – per l’aggravarsi della situazione igienico sanitaria”. Gabbiani in cielo e sporco ai confini della città. Perché? Perché la vera munnizza che non conta – come spiega la fotografia – è sempre il nostro voto. Forse sarà una chiosa da qualunquisti. Ma è anche qualunquisticamente vera.

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17 Giugno 2009, 11:49

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