21 Agosto 2009, 12:29
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Il successo passa sempre da un laborioso periodo di prove, il calcio come l’opera lirica ha le stesse esigenze. La similitudine tra opera lirica e calcio è molto vicina, il Palermo del patron Zamparini ha un nuovo direttore d’orchestra, che personalmente stimo per il modo di dire le cose e per il coraggio di come le fa, una sorta di Riccardo Muti.
Il suo arrivo a Palermo farà cambiare musica anche ad esecutori della scorsa stagione che hanno dato il loro contributo a intermittenza. Il “Maestro” Zenga ha voluto interpreti di un certo carisma, che gli permettano di assecondare svariati moduli di gioco tra cui quello dei tre trequartisti ed una punta.
In coppa Italia un Palermo dagli inizi timorosi, ma Walter Zenga rimedia subito con il tenore Fabrizio Miccoli, capace di risolvere il suo canto piazzando due magistrali “ Do di petto”.
Chi invece ha avuto un abbassamento di voce è stato Pastore, nessun acuto rilevante, sicuramente con delle gocce di “Erisimo” la sua prestazione riprenderà smalto ed incisività, e ci auguriamo che non ci canti troppo spesso la famosa aria dall’Arlesiana “E’ la solita storia del pastore”.
Tra i più intonati Bertolo,che nella serata di Coppa Italia è stato un vero mattatore. A volte fuori tempo il bravo Simplicio, esce dal concertato con i colleghi,cantandosi a bassa voce la propria parte,poi appoggiando il suo canto ci delizia con una voce armoniosa regalandoci goal meravigliosi.
Altro bel tenore Cavani, che personalmente ammiro e stimo,chissà perché le cose più difficili gli riescano e quelle più facili no, di sicuro con un direttore d’orchestra più dinamico e vincente mentalmente come Zenga, riusciremo a vedere il Cavani che aspettiamo da tempo.
La difesa non è ancora ben registrata, ma in Balzaretti il Palermo ha un punto di riferimento, sempre generoso e svettante nonostante il caldo contro la Spal, ci ha deliziati con una melodiosa interpretazione,coronata da un passaggio a Simplicio che lo ha trasformato in goal.
A conclusione di questo salotto lirico calcistico, è con vera ammirazione che parlerò di un nostro prodotto locale, uno di quei veri simboli che ci rappresenta con onore ogni qual volta scenda in campo a prescindere dai minuti che viene utilizzato: sto parlando di Giovanni Tedesco, un vero combattente, caparbio, vincente, che onora sempre la maglia rosa nero. Grazie Giovanni, sei una vera “opera” d’arte.
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21 Agosto 2009, 12:29