E D’Avanzo gridò: “Borgheziooo…”

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01 Agosto 2011, 12:00

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Un maestro del giornalismo, del rigore e della cura dei dettagli, con fonti di primissima mano e capace sempre di andare oltre, di “non perdere di vista la palla”. Di Giuseppe D’Avanzo, giornalista di “Repubblica”, morto improvvisamente sabato scorso, hanno scritto tutti. Anche Livesicilia ha un suo ricordo. Un ricordo, forse, meno nobile di quello scritto dai più illustri colleghi ma che non tradisce lo spirito dell’uomo e del giornalista. Eravamo a Torino, in uno degli ultimi “media event” che si ricordi. Di scena c’era Gaspare Spatuzza che testimoniava al processo a Marcello Dell’Utri. C’erano giornalisti e telecamere da tutto il mondo. Il personale di sicurezza, però, non aveva ancora compiuto la bonifica nell’aula bunker del tribunale torinese, quindi, a un certo punto, tutti i cronisti furono invitati ad andare fuori. Oltre la porta, una calca, del tutto simile a quelle che si formano per i concerti. E nel folto gruppetto spiccava lui, Giuseppe D’Avanzo, col cappotto e la sigaretta in bocca. Al suo fianco l’amico e collega, Attilio Bolzoni.

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L’evento-Spatuzza aveva catapultato nel tribunale di Torino una folla di giornalisti che non si era mai vista. L’occasione era buona per un mite uomo politico, sempre accorto nelle sue dichiarazioni ed equilibrato nelle sue manifestazioni:il leghista Mario Borghezio. E anche lì protestava, sostenendo che il tribunale torinese non avesse mai preso in considerazione una causa che lo riguardava in prima persona mentre si smuoveva tutto questo casino per un pentito terrone che accusava il presidente del Consiglio di essere un referente della mafia. Quindi via a un volantinaggio, nella calca dei giornalisti. E allora ecco il colpo di scena, quello che non ti aspetti in quel contesto, in cui si pensava che si stesse per riscrivere la storia della seconda Repubblica. Da Giuseppe D’Avanzo partì il coro: “Borghezioooooo…..”. Al nome del politico scrosciò una tipica espressione siciliana di quattro lettere, sempre presente allo stadio Barbera quando il portiere avversario sta per battere la rimessa dal fondo. Appena una parentesi.Proprio ciò che non ti aspetti. Un sorridente sberleffo, forse l’esempio di uno spirito che non morirà mai.

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01 Agosto 2011, 12:00

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