Di Matteo: no al blindato | E non va al processo

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11 Dicembre 2013, 10:57

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PALERMO – Volevano farlo camminare su un ‘Lince’, uno di quei carri armati che si usano in Afghanistan, ma il magistrato Nino Di Matteo si è nettamente rifiutato, nonostante le minacce di Riina e la conferma di un clima pesante. È quanto si legge nell’articolo di Felice Cavallaro sul Corriere della Sera. Il magistrato della trattativa è pronto a limitare i suoi spostamenti allo stretto necessario, ma non se la sente di camminare per Palermo con un carro armato. Nemmeno dopo le ulteriori intercettazioni di venerdì scorso su un attentato alla sua persona. Nel carcere milanese Opera, Totò Riina, infatti, fa riferimento al magistrato e a un attentato da compiere durante una trasferta o un viaggio. E proprio oggi nell’aula bunker del carcere di Opera verrà ascoltato il pentito Giovanni Brusca . Di Matteo non ha mai saltato un passaggio del processo.

È un crescendo di intercettazioni contro il pubblico ministero e contro altri cinque magistrati ad altissimo rischio tra Caltanissetta, Palermo e Trapani, quest’ultimo territorio del numero uno di Cosa Nostra, Matteo Messina Denaro. Nemmeno otto mesi fa Messina Denaro è stato additato da un anonimo come il regista di un attentato contro Di Matteo.

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Aggiornamento
Dopo l’ultimo allarme legato alle nuove minacce lanciate dal boss Totò Riina il pm Nino Di Matteo ha deciso di non partecipare all’udienza sulla trattativa Stato-mafia che si svolge oggi a Milano. E’ prevista la deposizione del pentito Giovanni Brusca. A rappresentare l’accusa in aula sono il procuratore di Palermo Francesco Messineo, l’aggiunto Vittorio Teresi e i pm Francesco Del Bene e Roberto Tartaglia.

Aggiornamento ore 19
*”La decisione di evitare che Di Matteo fosse presente all’udienza che si è celebrata a Milano deriva dalla scelta ragionevole di dare discontinuità alle abitudini del magistrato per ridurre i rischi a cui è esposto. Non c’è alcuna necessità di essere abitudinari e proprio questa linea di condotta assicura la migliore tutela”. Così il procuratore di Palermo Francesco Messineo ha commentato l’assenza del suo sostituto al processo sulla trattativa Stato-mafia oggi in trasferta nel capoluogo lombardo. Il procuratore, che ha confermato che dal Viminale non è giunta alcuna indicazione e che nessuno ha sconsigliato la partecipazione di Di Matteo all’udienza, ha ribadito che si tratta solo di una ragionevole forma di prudenza, la stessa che induce le scorte a cambiare orari e itinerari negli spostamenti dei magistrati protetti. “Inoltre – ha precisato – ci sono qui tre pm in grado di condurre l’esame di Brusca. La presenza di Di Matteo non era indispensabile”

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11 Dicembre 2013, 10:57

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