E per evitare la condanna | chiesti indietro i soldi agli enti

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18 Dicembre 2013, 19:51

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PALERMO – “Alla prossima udienza andrà in decisione il giudizio erariale pendente in primo grado innanzi la Sezione giurisdizionale della Corte dei Conti”. Il segretario generale della Regione, appena due mesi fa, annotava quell’appuntamento in tribunale. Fissato per il 18 dicembre. Oggi.

E il promemoria trovava spazio in una durissima e articolata lettera con la quale, di fatto, Patrizia Monterosso decideva di mettere in mora la Regione siciliana. E prometteva di “promuovere le opportune azioni legali, sia in sede civile che penale, per la tutela delle proprie ragioni e dei propri diritti”.

L’avvertimento era indirizzato ad alcuni dirigenti in particolare. Si tratta del capo dipartimento Anna Rosa Corsello, e dei dirigenti del dipartimento Formazione, Marcello Maisano, Domenico Giubiliaro, Michele La Cagnina, Giuseppe Amodei, Giuseppa Picone. Con quella lettera, Patrizia Monterosso “invitava” (con argomenti assai convincenti, come emerge da quella lettera di due mesi fa) i burocrati a far presto. A recuperare, insomma, le somme oggetto del “giudizio erariale pendente”. Le somme dei cosiddetti “extrabudget”, elargiti a piene mani tra il 2007 e il 2010 agli enti di Formazione.

Un’abitudine che ha spinto la Procura della Corte dei conti a “rinviare a giudizio” (tecnicamente è un “invito a dedurre”), l’ex Governatore Raffaele Lombardo (l’ipotesi di danno erariale che gli viene contestata è di 224 mila euro), gli ex assessori al Lavoro, Santi Formica (386 mila euro), Carmelo Incardona (830 mila) e Luigi Gentile (224 mila euro). Fra i burocrati, appunto l’attuale segretario generale di Palazzo d’Orleans, Patrizia Monterosso (270 mila euro), l’ex capo dipartimento Alessandra Russo (386 mila euro) e l’ex dirigente del servizio gestione, Antonino Emanuele (265 mila euro).

E oggi, all’udienza, il dirigente generale Corsello avrebbe spiegato che il danno erariale non esisterebbe più. Quelle somme, insomma, sarebbero già state recuperate, attraverso lo strumento della compensazione. Per farla breve, gli enti che avevano ricevuto dall’assessorato, negli anni passati, le somme in “extrabudget” (contributi che integravano il primo finanziamento per i corsi) avrebbero dovuto restituire quei soldi anche attraverso il blocco dei finanziamenti dell’Avviso 20 o di altri dei quali fossero destinatari.

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È proprio questo il suggerimento che il 17 ottobre scorso la stessa Monterosso – coinvolta nel giudizio di fronte alla Corte dei conti – suggerisce ai dirigenti: “L’amministrazione regionale – scrive – ha la possibilità di un comodo ed immediato recupero delle somme indebitamente erogate a titolo di integrazioni”. Qual è il “comodo” sistema per recuperare quei soldi che gli stessi dirigenti hanno indebitamente erogato negli anni passati? Semplice. Basta operare attraverso la “compensazione di crediti legittimamente vantati dagli stessi enti formativi nei confronti della Regione siciliana a valere sui Prof successivi e sugli altri finanziamenti a qualsivoglia titolo ottenuti (Oif, sportelli multifunzionali, etc.)”.

Un meccanismo, però, che non avrebbe del tutto convinto né la Procura né i giudici contabili. Questi ultimi da oggi sono entrati in Camera di consiglio, in vista di una sentenza che potrebbe arrivare con l’anno nuovo. A dire il vero, a chiedere spiegazioni sul meccanismo delle compensazioni degli extrabudget, qualche settimana fa era stato anche l’Ufficio antifrode dell’Unione europea. Durante una “visita ampiamente programmata”, come spiegherà Anna Rosa Corsello, infatti, gli ispettori europei hanno chiesto ulteriori chiarimenti, come ha ammesso la stessa dirigente generale: “Sì, ci hanno chiesto – racconta – spiegazioni anche sugli extrabudget. Volevano capire – aggiunge – quale fosse il meccanismo scelto dall’amministrazione per recuperare le somme impropriamente erogate. Ho spiegato loro che abbiamo seguito la via della ‘compensazione’”. Una spiegazione che, stando al racconto della dirigente, avrebbe convinto gli ispettori dell’Olaf.

Insomma, quelle somme vanno recuperate. Il segretario generale, infatti, nella lettera di ottobre, invitava i dirigenti, tra le altre cose, “a sospendere ogni erogazione di risorse a qualsivoglia titolo vantati dagli enti formativi, beneficiari delle integrazioni di finanziamenti sui Prof”, “a sospendere ogni erogazione di risorse a valere sui Prof, Avviso 20, Oif, Sportelli multifunzionali” fino a raggiungere la somma indebitamente erogata. In caso contrario, la Monterosso avrebbe potuto decidere di fare causa alla Regione.

Il recupero di quelle somme, in realtà è partito. Ma gli “extra budget”, erogati tra il 2007 e il 2010, anni duranti i quali Patrizia Monterosso ha quasi sempre ricoperto il ruolo di dirigente generale del dipartimento che si occupava della Formazione professionale, ammonterebbero a circa 30 milioni di euro. Ne sarebbero stati recuperati molti di meno. Così, il rischio della contestazione del danno erariale per l’ex governatore, amministratori e burocrati è molto concreto. I giudici hanno iniziato a riflettere. E forse sanno già che quella sentenza, qualunque sia la decisione, farà molto discutere.

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18 Dicembre 2013, 19:51

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