E’ in carcere, gli muore il figlio | L’appello: “Almeno vada al funerale”

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14 Febbraio 2012, 19:55

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Orazio Cunsolo sa a malapena leggere e scrivere. Nei giorni scorsi, è andato a trovare suo figlio Giuseppe, vittima di un incidente, grazie a un permesso. Gli hanno detto: “E’ spacciato”. Orazio, catanese, ha ingoiato le sue lacrime. Ed è tornato nel carcere dell’Ucciardone di Palermo, dove sconta una condanna definitiva per fatti di rapina ed è oggetto di un’altra ordinanza cautelare, aggravata da vicende di mafia.

Oggi, qualcuno gli ha comunicato la notizia: Giuseppe Cunsolo, 14 anni, è morto dopo una lunga agonia. Orazio è in isolamento. Spiega l’avvocato Dario Polizza Favaloro: “E’ da solo perché all’Ucciardone non c’è la sezione adatta. Deve scontare ancora due anni e qualcosa”.

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L’associazione “Sicilia Risvegli Onlus” -via ANSA – lancia un appello: “Chiediamo – dice il presidente dell’associazione Giuseppe Crisafulli – l’immediata sospensione della pena del padre, oppure in alternativa estrema, concedere allo stesso non solo l’avvicinamento a Catania, dove vive la famiglia”. Telefonata di Livesicilia al presidente Crisafulli: “Vogliamo almeno che il signor Cunsolo possa assistere al funerale del figlio”.  Un permesso dovrebbe essere garantito. L’avvocato Polizza Favaloro insiste: “I medici non hanno avuto scrupolo a comunicare al padre recluso in isolamento la gravità delle condizioni del figlio. Perché, pur essendo catanese, è all’Ucciardone?  Forse perché lì c’è più spazio”. E, immaginando che qualcuno possa immaginare che all’Ucciardone ci sia più spazio, nonostante il lutto e la tragedia, all’avvocato e al cronista scappa una mezza risata.

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14 Febbraio 2012, 19:55

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