E le aziende muoiono

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13 Luglio 2012, 15:52

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Il trend negativo sulla diminuzione delle imprese iscritte alle Camere di Commercio prosegue nella sua discesa verso il basso. Sono seicento le aziende non sono più registrate in tutta la Sicilia, sommando questo numero al gigantesco dato del 2011, con 4.200 imprese non più iscritte cinquemila aziende hanno cessato la loro attività. Il dato più preoccupante del report annuale sulla Sicilia del CNA, è quello riguardante il numero di aziende artigiane chiuse negli ultimi sei mesi sei mesi sull’isola: 721. Sono i dati occupazionali, naturale conseguenza della caduta dell’attività imprenditoriale, che destano maggiore preoccupazione.

In Sicilia nel 2011 l’occupazione si è drammaticamente ridotta per il quinto anno consecutivo, il record negativo in questa strana classifica sulle attività produttive più colpite dalla crisi, appartiene al settore manifatturiero ed edile, – 7,1 % di lavoratori impiegati. Il credito, uno dei protagonisti dell’attuale dissesto economico, ricopre per la Sicilia un ruolo fondamentale ai fini dello sviluppo e della ripresa del tessuto industriale siciliana. Il costo del denaro è aumentato dell’1.4%, attestandosi al 7.4%: in realtà oggi i tassi del credito alle imprese stanno volando verso il 10%, un costo insostenibile per il nostro sistema produttivo. Nel corso del 2012 in Sicilia le banche hanno impiegato 68 miliardi di credito, di cui 31 miliardi e 659 milioni alle imprese a fronte di una raccolta di risparmio di 56 miliardi di euro (depositi bancari e postali); come nel resto d’Italia, dunque, gli impieghi sono maggiori della raccolta. Il credito alle imprese è al centro programma del CNA per il rilancio del sistema regionale e insieme alla richiesta di un piano straordinario per il lavoro e di spendere i fondi strutturali europei della programmazione 2007/2013, ma i fatti degli ultimi giorni hanno aumentato le preoccupazioni degli imprenditori: “Errore incomprensibile quello di non spendere i fondi strutturali – spiega Sergio Silvestrini, segretario nazionale Cna – questa è una cattivissima notizia, peraltro immaginabile. Impensabile che solo il 5% dei fondi siano stati rendicontati, non c’è da meravigliarsi della decisione della comunità europea di sospenderli. ”Nella legge di stabilità Finanziaria 2012 si sono ottenuti con le iniziative del CNA solo dieci milioni per la Crias, dieci milioni per la patrimonializzazione dei Confidi e dieci milioni per abbattimento interessi credito garantito Confidi, cifre non sufficienti, secondo i rappresentanti delle camere di commercio, che non possono garantire un reale sostegno al futuro dell’impresa industriale e artigianale siciliana.

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Da sette mesi la legge 949/52 è bloccata per mancanza di fondi e perché è scaduta la convenzione con Artigiancassa, mentre per il settore commercio è bloccato tutto il credito agevolato restando inutilizzati i fondi disponibili nelle casse regionali. I contributi distribuiti da Artigiancassa alle imprese in attuazione delle varie misure messe in atto sono stati in 15 mesi pari a 40 milioni di euro. Si è trattato di un fondamentale sostegno a migliaia di artigiani in questo periodo di profonda crisi, ma non sembra essere abbastanza per poter considerare delle prospettive di crescita per l’immediato futuro. La Crias ha erogato negli ultimi 18 mesi 203 milioni di credito ad artigiani, agricoltori e autotrasportatori attraverso i fondi di rotazione, ma quest’anno è stata senza organismi deliberanti per tre mesi e solo da pochi giorni il Governo regionale ha nominato un commissario al posto del Consiglio di Amministrazione previsto dalla legge tuttora vigente. Al centro della proposta del Cna per il rilancio e la stabilizzazione delle imprese in crisi ci sono: Crias, Ircac, il Fondo per il Commercio, l’Irfis e i Confidi che insieme potrebbero rappresentare gli strumenti di una buona politica a sostegno del credito. “Il mantenimento in vita dei fondi di rotazione esistenti – chiede il segretario del Cna di Palermo Sebastiano Canzoneri – la razionalizzazione degli interventi agevolativi, l’integrazione e l’annullamento di accavallamenti nella produzione, e assegnare ai Confidi il ruolo di garanti per il credito agevolato regionale”.

 

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13 Luglio 2012, 15:52

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