12 Luglio 2021, 16:53
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È morto Alfonso Giordano, aveva 92 anni. A darne notizia il figlio, Stefano, avvocato penalista. Alfonso Giordano è stato il presidente della Corte di assise del maxi processo alla mafia.
“Oggi alle 13.30, il presidente Alfonso Giordano è tornato serenamente alla casa del padre – ha scritto suo figlio, Stefano – le esequie si svolgeranno in forma strettamente privata. Ne danno notizia i figli, uniti nel dolore e nella speranza della resurrezione”.
Era il 16 dicembre 1987 quando Giordano, dopo quasi due anni di dibattimento, lesse all’interno dell’aula bunker del carcere Ucciardone, appositamente costruita, il verdetto che per la prima volta condannava i vertici di Cosa Nostra.
“Sentivamo addosso il peso e la responsabilità, eravamo consapevoli che era un momento storico”, così disse anni dopo Giordano. Il processo nasceva dall’intuizione di Giovanni Falcone. “Quel processo fu una pietra miliare nella storia d’Italia – aggiunse il magistrato-. Il maxiprocesso ha determinato l’inizio della fine di Cosa Nostra”.
Non era un compito facile, ma il presidente non si tirò indietro a differenza di altri colleghi che rifiutarono l’incarico. In primo grado gli imputati erano 475. Furono inflitti 19 ergastoli e pene per un totale di 2665 anni di reclusione. Il processo iniziò il 10 febbraio 1986, cii vorranno 349 udienze per giungere alla sentenza.
Giordano entrò in magistratura nel 1952, iniziò la carriera in Sardegna. Poi fu giudice del tribunale di Sciacca e pretore a Salemi. Infine a Palermo, dove arrivò nel 1960. Fu sostituto procuratore della Repubblica, poi al Tribunale civile. Nel 1986 il maxiprocesso che lega per sempre il nome di Giordano alla storia del nostro Paese.
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12 Luglio 2021, 16:53