13 Gennaio 2013, 08:12
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PALERMO- Stanotte, intorno alle due di una notte d’inverno, è morto l’architetto Fabio Giambruno. Ci aveva scritto la lettera più bella di un padre per un figlio. Suo figlio, Giuliano, è un campione di Enduro. E il padre voleva che qualcuno lo seguisse che accompagnasse i suoi sogni, quando sarebbe stato il momento del distacco. Che, purtroppo, è arrivato. Fabio Giambruno era un grande uomo, con accanto una grande donna, Francesca, e una famiglia amorevole e splendida che l’ha accompagnato con coraggio fino all’ultimo. Aveva una dolce mamma con i capelli bianchi cui non è stata risparmiata la morte di un figlio a sua volta padre. Aveva due figli, Giuliano e una ragazzina affacciata alla vita. Giuliano è un ragazzo forte, gli mandiamo il nostro affettuoso abbraccio. Alla piccola vogliamo dire di non smarrirsi, verrà di nuovo il tempo per sorridere e per parlare con suo papà in certe sere gioiose e solitarie. Ci sarà sempre una carezza per lei, quando meno se l’aspetta.
Fabio Giambruno era tornato bambino. Da figura forte, si era rimpicciolito. Aveva ristretto la sua energia in corpo che andava via via asciugandosi. Nel doloroso commiato, durato giorni lunghissimi di sofferenza, abbiamo assistito a un miracolo d’amore. Di quell’amore impotente che non serve a trattenere coloro che amiamo, ma semina la rinascita per il domani, quando la casa sarà vuota e ci sarà bisogno di riempirla con i ricordi, con le parole e con le fotografie. Allora, nell’assenza, Fabio farà capolino nelle risate dei suoi figli, nello sguardo di sua moglie. E non andrà più via.
Noi cercheremo di realizzare il suo sogno.
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13 Gennaio 2013, 08:12