21 Aprile 2011, 13:23
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Giovanni Falcone arrestò il pentito Giuseppe Pellegriti per calunnia. Sosteneva il collaborante catanese che dietro l’omicidio di Piersanti Mattarella c’era la mano di Salvo Lima e degli andreottiani di Sicilia. S’inimicò molti Falcone con quella mossa. Orlando e i retini dell’ultim’ora gli lanciarono accuse pesanti, dissero che voleva tenersi le prove nei cassetti. Qualche decennio dopo un altro magistrato non si fida delle parole di un dichiarante e lo fa arrestare per calunnia. Si chiama Antonio Ingroia.
E’ lo stesso magistrato accusato di parlare troppo, di scendere in piazza a fare comizi contro il governo Berlusconi. E’ il magistrato che ha raccolto le dichiarazioni di Massimo Ciancimino, che è stato accusato di averlo coccolato e di averlo fatto parlare a rate. E’ lo stesso Ingroia che molti politici accusano di aver utilizzato Ciancimino per arrivare al Cavaliere e a Dell’Utri.
Oggi quei politici, ma anche quei magistrati un po’ invidiosi e quegli ultras di una fazione politica, dovrebbero soltanto chiedere scusa. Onore ad Ingroia e a quella magistratura che sa leggere le carte e rendersi conto del confine che separa l’accusa dalla calunnia, la verità dalla convenienza.
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21 Aprile 2011, 13:23