05 Giugno 2020, 10:50
1 min di lettura
PALERMO – Nei tribunali siciliani chiusi (o quasi) per Covid a Siracusa si va in controtendenza. Il presidente del Tribunale Antonino Alì allarga le maglie, sempre nel rispetto del distanziamento e del divieto di creare assembramenti e con l’obbligo di indossare la mascherina.
Con una circolare dispone che “gli avvocati e gli altri liberi professionisti che si trovano nel palazzo di giustizia perché impegnati in udienza o in adempimenti di cancelleria già prenotati potranno disbrigare altre pratiche di interesse, evitando così di ricorrere alle fissazione di nuovi appuntamenti, sempre ovviamente nel rispetto delle regole di divieto di assembramento, di distanziamento e di utilizzo dei dispositivi di protezione individuale”.
Ed ancora: “Fino al 31 luglio il personale presterà le attività in lavoro agile un solo giorno alla settimana, così da garantire un congruo aumento della presenza nelle cancellerie in proporzione all’incremento dell’attività giurisdizionale”.
E già in tanti, soprattutto fra gli avvocati, guardano con un pizzico di “invidia” le vicende siracusane. A Palermo l’insoddisfazione dei legali monta di giorno in giorno. Nelle cancellerie e in Procura si va solo su appuntamento. Stessa cosa per consultare i fascicoli all’ufficio Gip-Gup con ingresso contingentato nella sala avvocati. Nelle sezioni dei Tribunali vengono celebrati un numero limitato di processi al giorno e da una prima ricognizione sarebbero già diecimila quelli rinviati.
Quando e se tutto tornerà alla normalità si dovrà smaltire un arretrato che si ingrossa sempre di più e si aggiunge ai fascicoli che attendono di essere trattati da tempo. Negli ultimi anni si era riusciti a dare segni di inversioni di tendenza, ma si rischia di bruciare i pochi risultati raggiunti. Attorno al Palazzo la vita sta tornando alla normalità, ma dentro gli uffici giudiziari resta (quasi) tutto fermo.
Pubblicato il
05 Giugno 2020, 10:50